SESTO FIORENTINO – “Il Tar della Toscana ferma l’Inceneritore: non è stato richiesto il consenso al Comune di Sesto, nel quale i piani hanno previsto la realizzazione dell’impianto e non sono state realizzati i “boschi della Piana” che le amministrazioni oltre 10 anni fa avevano previsto a compensazione degli effetti inquinanti dell’impianto di incenerimento”. E’ quanto sostengono in una nota Roberto Marini delegato regionale del Wwf e Mariarita Signorini presidente di Italia Nostra Toscana. “Il Tar della Toscana con sentenza depositata ieri 8 di novembre, ha annullato l’Autorizzazione Unica con la quale la Città Metropolitana – dicono Marini e Signorini – con provvedimento del novembre 2015, aveva autorizzato la realizzazione dell’impianto di incenerimento di Firenze, nel comune di Sesto, a Case Passerini”.
Secondo Wwf e Italia Nostra Toscana “la sentenza mette in evidenza due questioni fondamentali alla base della dichiarazione di illegittimità: la prima è che la Città Metropolitana non poteva disporre variante agli strumenti urbanistici dei Comuni interessati soprattutto del Comune di Sesto Fiorentino, dovendo invece coinvolgere le Amministrazioni locali attraverso un accordo di pianificazione previsto dalla normativa regionale a garanzia e in riconoscimento del ruolo dei Comuni, quali soggetti rappresentativi delle loro comunità. La volontà delle comunità locali viene così posta al centro delle decisioni sul futuro della Piana, mentre viene nettamente respinto il tentativo della Città Metropolitana di arrogarsi poteri insussistenti. Il secondo motivo di rigetto è conseguenza della desolante constatazione che la Città Metropolitana non ha tenuto fede agli impegni da essa assunti nel Protocollo di intesa del 2 agosto 2005, con il quale la realizzazione dell’impianto era subordinato alla realizzazione di interventi di miglioramento ambientale tra cui i 30 ettari costitutivi dei Boschi della Piana che, invece, sono stati clamorosamente disattesi”. La decisione del Tar della Toscana per Marini e Signorini è importante e ritengono “costituisca motivo di definitivo abbandono dell’impianto d’incenerimento, un progetto che è stato materia di dure contestazioni da parte delle Associazioni ambientaliste, dei Comitati e dei cittadini della Piana affinché si vada rapidamente verso soluzioni alternative che siano rispettose dei diritti dei cittadini e dell’interesse pubblico ad una migliore gestione del ciclo dei rifiuti oltre che alla legalità dell’azione amministrativa”.