Vichi racconta il Commissario Bordelli e ricorda Camilleri

CALENZANO – Storie, delitti, letture, musica e Firenze: l’arte e le atmosfere degli anni Sessanta percorse dalle note di “Zum Zum Zum” sigla di una Canzonissima del 1969, mentre in uno dei palazzi di una Firenze ancora silenziosa si consuma un delitto tra luci, ombre e misteri. La Firenze degli anni Sessanta di Marco Vichi […]

CALENZANO – Storie, delitti, letture, musica e Firenze: l’arte e le atmosfere degli anni Sessanta percorse dalle note di “Zum Zum Zum” sigla di una Canzonissima del 1969, mentre in uno dei palazzi di una Firenze ancora silenziosa si consuma un delitto tra luci, ombre e misteri. La Firenze degli anni Sessanta di Marco Vichi e del suo personaggio, il Commissario Bordelli, è stata raccontata ieri sera, 21 gennaio alla biblioteca CiviCa dallo stesso autore fiorentino che ha presentato “L’anno dei misteri” accompagnato, tra battute e siparietti comici, dalle letture dell’attore Lorenzo Degl’Innocenti. Vichi ha raccontato di come è nato l’ultimo romanzo e di come nascono le storie, del Commissario Bordelli giunto alla soglia della pensone e della scrittura in genere. “Scriverò una storia – ha detto Vichi – questa volta ambientata nel 1970 quando Bordelli andrà in pensione, ma non so cosa farà e quali saranno le sue intenzioni una volta lasciato il lavoro”. Dialogando con il pubblico, Vichi, si è soffermato del suo stile di scrittura, di come il suo modo di raccontare si sia modificato nel corso degli anni, “una scrittura cresciuta – ha detto – ci sono alcuni romanzi scritti venti anni fa che oggi non rileggo, preferisco riscriverli”. Vichi ha poi divertito il pubblico ricordando alcuni aneddoti legati ad Andrea Camilleri, a cui dedica il libro, e ha rivelato che lo scrittore siciliano gli ha donato un manoscritto che Vichi custodisce gelosamente anche in ricordo della loro amicizia. E.A.