Un pomeriggio con Mauro Corona: i libri, la montagna e l’importanza dell’essenziale

SESTO FIORENTINO – Se c’è qualcuno che può segnare una linea di confine fra gli estremi della società (da una parte i soldi e l’omologazione, dall’altra la ruvidezza e l’isolamento della montagna), questo è sicuramente Mauro Corona. Nato a Erto nel 1950, alpinista, scultore, scrittore, abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo alla prima edizione di […]

SESTO FIORENTINO – Se c’è qualcuno che può segnare una linea di confine fra gli estremi della società (da una parte i soldi e l’omologazione, dall’altra la ruvidezza e l’isolamento della montagna), questo è sicuramente Mauro Corona. Nato a Erto nel 1950, alpinista, scultore, scrittore, abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo alla prima edizione di “Firenze Libro Aperto”, vera e propria fiera del libro in programma fino a domani alla Fortezza, dove ha presentato il suo ultimo romanzo, “La via del sole” (Mondadori). Una presentazione a cui hanno assistito tante persone e alla quale Piananotizie ha avuto la fortuna di partecipare partendo dal “backstage”, grazie anche alla presenza di Federico Pagliai, vera e propria anima delle montagne pistoiesi, autore di libri anche lui, che di Corona è amico da una decina d’anni (e con la preziosa collaborazione di CiviCa, la biblioteca di Calenzano che per questo incontro ha tirato le fila). Una giornata da segnare con il pennarello rosso sul calendario (nonostante fosse venerdì 17…), una giornata in cui, fra un bicchiere di vino, una boccata di sigaro e tanti libri, Corona ancora una volta “ha messo in piazza” tutto quello che noi ci promettiamo di fare ogni giorno, nei momenti di difficoltà ma che non abbiamo mai il coraggio, il tempo, la forza di mettere in pratica: prendere tutto e farlo rotolare giù dalla scarpata più ripida della montagna. “Non c’è più tempo per i pesi che non meritiamo di portare”, ha ripetuto. Lui, per farlo appieno, ha scelto montagna e scrittura, senza rinunciare alla società a cui rimane aggrappato ma come se fosse una roccia aspra e tagliente. Per lui parlano i suoi libri: “Chiunque scriva, ha paura per il proprio futuro e nelle parole che riversa sulla carta cerca di esorcizzare i propri timori”. E così la presentazione de “La via del sole” si è trasformata in un excursus di quasi un’ora e mezzo sulla sua vita ma anche sulla società in cui viviamo. Partendo proprio dal libro che punta il dito sulle persone che perdono tempo mentre invece hanno una sola occasione nella vita, con la convinzione purtroppo che il tempo perso si possa recuperare. “Come scriveva Ernesto Sabato, purtroppo la vita la facciamo solo in brutta copia. Se uno scrittore fa una pagina imperfetta, può buttarla nel cestino, la vita no”. E ancora: dai primi articoli per “Il Gazzettino” ai libri scritti tutti a penna, senza l’ausilio del computer; dal suo particolare “feticismo” (“Non per le mutande di Belen ma per gli occhiali di Pessoa”) all’elogio della fatica; dal concetto del togliere alla necessità di “imparare a capire quando stiamo bene”; dalle difficoltà dell’infanzia all’importanza della natura. Con la montagna ovviamente a fare da fil rouge, oltre all’importanza dell’essenziale, ovvero ciò che dovrebbe contraddistinguere la vita di ognuno di noi: “Non tutti possono andare in montagna ogni giorno ma sapere che c’è dovrebbe essere abbastanza”. Buon cammino Mauro!