Un libro fotografico sul Parco della Piana

SESTO FIORENTINO – Sono 242 le specie di uccelli che sono passate o che vivono nella Piana di Sesto, la metà di tutte quelle censite in Italia. Una circostanza che fa della Piana, al di là delle connotazioni formali, un Parco di fatto, che nasconde, in mezzo a capannoni, strade e infrastrutture varie, una straordinaria […]

SESTO FIORENTINO – Sono 242 le specie di uccelli che sono passate o che vivono nella Piana di Sesto, la metà di tutte quelle censite in Italia. Una circostanza che fa della Piana, al di là delle connotazioni formali, un Parco di fatto, che nasconde, in mezzo a capannoni, strade e infrastrutture varie, una straordinaria ricchezza biologica e ambientale. È partendo da questa considerazione, dalla scarsa consapevolezza che molti cittadini dell’area fiorentina hanno di questa realtà e dei progetti che ne minacciano l’esistenza (primo fra tutti l’aeroporto), che ha preso le mosse l’idea del libro fotografico “La Piana di Sesto e il suo Parco” pubblicato da Apice libri di Stefano Rolle con foto di Simone Guidotti. Il volume sarà presentato venerdì 30 novembre alle 18 alla libreria Rinascita. Saranno presenti l’autore e il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi. La Piana fiorentina ha, dal punto di vista naturalistico, la sua area più rilevante nel territorio del Comune di Sesto Fiorentino: tra l’aeroporto, l’autostrada e la Perfetti Ricasoli, inglobando il Polo scientifico e Case Passerini. In una delle aree più inquinate d’Italia, il Parco della Piana di Sesto Fiorentino (di cui fanno parte il Lago del Cavaliere e il Lago di Padule), insieme al Lago del Capitano e a quello dell’aeroporto in Val di Rose, ormai da vent’anni rappresenta un’embrionale ma significativa risposta all’intenso e spesso maldestro sfruttamento “industriale” di un territorio a forte vocazione ambientalista. “La biodiversità delle aree umide della Piana fa sì che questo territorio abbia tante meravigliose potenzialità e sia un ambiente vivo e dinamico. Il Parco va necessariamente ampliato, per dargli una sempre maggiore connotazione come luogo di svago e di didattica ambientale – sostengono l’autore e l’editore –. Non si tratta solo di ‘salvare due uccellini’, come dicono i fautori della nuova pista aeroportuale. Il territorio di Sesto Fiorentino non può continuare a essere sacrificato in nome di un ipotetico sviluppo, non sostenibile, che prevede ‘l’occupazione’ di tutte le aree libere”.