POGGIO A CAIANO – “Un successo che ci ripaga da non poche fatiche e ci carica di ulteriore entusiasmo nel nome degli ideali, di giustizia e legalità, per cui due anni fa ci siamo costituite”. Così le donne di Diapason, associazione culturale poggese, davanti al tutto esaurito che ha caratterizzato “Amuninni. Storia di amore e di mafia”, spettacolo teatrale di e con Massimo Caponnetto (regia di Chiara Riondino) portato in scena al Backdoors di Poggio a Caiano. Sold out per lo spettacolo ideato e condotto da Massimo Caponnetto, figlio minore del magistrato. La serata ha visto la significativa sinergia di Diapason con Libera Comuni Medicei, circolo Arci Luigi Becagli e l’associazione Cena. Per il Comune, che aveva concesso il patrocinio, è intervenuto il capogruppo di maggioranza Riccardo Breschi.
“E’ stata davvero una bella serata di impegno civile – dicono da Diapason – partendo dalla delicata storia d’amore, nella Pistoia degli anni Quaranta, fra Nino Caponnetto e la futura moglie Bettina. Una storia poi proseguita con il coraggio di Caponnetto, e la fiducia di Bettina, prima nei tribunali toscani e poi, a Palermo, con il pool antimafia e con il maxi processo. Una storia che, dopo gli assassini di Falcone e Borsellino e dopo le stragi del 1992, è proseguita con tanti incontri di Caponnetto nelle scuole per sensibilizzare i giovani alle ragioni della legalità e della Costituzione”. Il lavoro teatrale di Massimo Caponnetto origina da un libro (“C’è stato forse un tempo. La storia d’amore fra Nino e Bettina Caponnetto”) da lui scritto per “Edizioni Piagge”. “Nella lingua siciliana “Amuninni”, il termine che dà il titolo allo spettacolo – spiegano da Diapason – significa “andiamo”. E questo è il miglior invito che si possa fare a tutti ma in particolare ai giovani, alla vigilia di un nuovo 21 marzo, Giornata per le vittime innocenti della mafia: l’invito a non voltarsi dall’altra parte, ad assumere in pieno la responsabilità che a ciascuno di noi compete”.

