FIRENZE – Finti avvocati, falsi carabinieri o poliziotti e fantomatici tecnici di luce o gas: queste sono solo alcune delle ben rodate tecniche di raggiro messe in atto dai truffatori nei confronti delle vittime vulnerabili, che nella maggior parte dei casi sono gli anziani. Criminali che, con il passare del tempo, sembrano perfezionarsi con stratagemmi sempre più sofisticati e che fanno solitamente leva su uno stato di “shock” creato alle vittime con il prospetto di scenari drammatici di cui sarebbero protagonisti figli o parenti prossimi: incidenti stradali con feriti, fughe di gas e addirittura la detenzione in carcere. Alle persone finite nel mirino dei malintenzionati, quasi sempre contattate telefonicamente, sarebbero poi richieste delle ingenti somme di denaro contante o gioielli per scongiurare ogni possibile conseguenza negativa per il familiare.
Il 3 febbraio scorso personale del Commissariato di Empoli, durante un servizio di controllo del territorio, ha individuato e sorpreso in flagranza di reato due uomini, provenienti dalla Campania, che stavano tentando la truffa del finto carabiniere ai danni di una signora di 75 anni. Nello specifico i due, dopo essersi spacciati telefonicamente per Carabinieri, avrebbero detto alla donna che il figlio aveva provocato un grave incidente investendo un’anziana e che, per evitargli il carcere, avrebbero chiesto alla signora 11.000 euro e gioielli e che si sarebbero presentati a casa sua per riscuotere la somma dovuta. I due, tenendo sempre l’anziana signora al telefono, si sono avvicinati all’abitazione a bordo di un’auto. A quel punto gli agenti in borghese del Commissariato di Sesto Fiorentino, che nel frattempo erano stati avvertiti dal figlio della signora lì presente e che si erano appostati all’interno dell’appartamento della donna, appena i due sono arrivati per ritirare denaro e gioielli, hanno proceduto a bloccarli prima che questi riuscissero a scappare. I due, classe 1983 e 1998, con a carico precedenti di polizia specifici, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze sono stati condotti presso il carcere di Sollicciano per la successiva convalida dell’arresto.