CAMPI BISENZIO – C’è un vecchio detto che dice che “il rattoppo è peggio della rottura”. Un detto – la saggezza popolare è sempre maestra – che si può adattare a qualsiasi situazione che la quotidianità della vita ci mette di fronte. E che è sicuramente “attinente” con la vicenda che ha visto protagonista – suo malgrado non sta a noi dirlo – la giornalista Concita De Gregorio, come spiega benissimo Cristiano Bencini, presidente dell’associazione Trisomia 21. Una serie di considerazioni alle quali chi scrive si associa dalla prima all’ultima parola. “È con una spada nel cuore che mi trovo a condannare in maniera assoluta le parole che sono state usate nell’articolo della giornalista Concita De Gregorio, uscito su Repubblica in data 4 agosto, aggiungendo anche le scuse, pubblicate il 5 agosto sempre dalla stessa giornalista, che però rimarcano lo sbaglio. Nella forza del suo discorso, probabilmente nella convinzione di arrivare al cuore e allo stomaco delle persone, purtroppo ha utilizzato termini che feriscono, rimandandoci indietro di cinquant’anni. Mi stupisce quanto una professionista così autorevole come Concita De Gregorio, nel cercare di diffondere un messaggio per altro costruttivo, non si sia accorta che le parole utilizzate l’avrebbero portata a mandarne un altro, controproducente”.
“Ci troviamo in una società, quella contemporanea, – spiega Bencini – in cui si parla di inclusione, ma dove è ancora molto difficile accettare le disabilità. I nostri figli e noi stessi come genitori, fatichiamo duramente per presentarci sempre al meglio, con rispetto ed educazione, non solo per buona norma e senso civico (uniche ragioni che dovrebbero esistere) ma perché dietro ogni angolo c’è chi ci ricorda quanto essere “diversi” non vada bene. I professionisti che hanno posizioni autorevoli come i giornalisti, con la penna (o la tastiera) possono influenzare il modo di pensare e l’approccio di migliaia di persone. Hanno la responsabilità di pesare le parole, sceglierle con la consapevolezza che queste resteranno e con l’accortezza che saranno elaborate da un vasto pubblico. È un compito importante dar voce a chi non ce l’ha, per questo li consideriamo nostri sostenitori”.
“Invito ufficialmente la giornalista Concita De Gregorio a farci visita presso Trisomia 21 APS, la nostra associazione, che si impegna a sostenere il migliore sviluppo possibile delle persone con sindrome di Down, favorendo così la loro reale inclusione sociale, scolastica e lavorativa. Saremo felici di farci conoscere, di presentarle le ragazze e i ragazzi, i “giovani adulti” e gli adulti che fanno parte dell’associazione e che ogni giorno lavorano per ritagliarsi un posto nel mondo. Un spazio già stretto che rischia di diventare sempre più piccolo se non supportato da una concreta volontà di inclusione”.