Termovalorizzatore, “la Bei ha aperto un’istruttoria”

SESTO FIORENTINO – Per la realizzazione del termovalorizzatore a Case Passerini, la società Q-tHermo ha chiesto alla Banca europea degli investimenti (Bei, in inglese Eib European investement bank) un finanziamento di 80 milioni, a fronte di un costo totale di 170 milioni. Tre associazioni, Coordinamento comitati della piana Firenze, Medicina democratica Firenze e Mamme no […]

SESTO FIORENTINO – Per la realizzazione del termovalorizzatore a Case Passerini, la società Q-tHermo ha chiesto alla Banca europea degli investimenti (Bei, in inglese Eib European investement bank) un finanziamento di 80 milioni, a fronte di un costo totale di 170 milioni. Tre associazioni, Coordinamento comitati della piana Firenze, Medicina democratica Firenze e Mamme no inceneritore hanno segnalato, si legge in un loro comunicato stampa, “alla Bei, mediante apposita denuncia, una serie di elementi che dovrebbero portare al rigetto della domanda. La Bei, a seguito delle segnalazione, ha attivato una istruttoria inviando i suoi funzionari a Firenze”. I funzionari, spiega Deanna di Mamme no inceneritore, hanno incontrato domenica 5 luglio i rappresentanti delle associazioni e dei comitati e, “successivamente, delle amministrazioni interessate, per approfondimenti sulle questioni sollevate nella denuncia”.

Sul sito della Bei, in un documento di giugno scorso e pubblicato il 3 luglio, si legge che “sebbene sia stata rilasciata l’autorizzazione integrata ambientale, (il termovalorizzatore) è stato osteggiato da tre associazioni non governative. Sebbene la Corte di giustizia regionale della Toscana (immaginiamo sia il Tar, ndr) non abbia sospeso l’autorizzazione integrata ambientale, la sua decisione è ancora pendente. Ci saranno adeguate modifiche contrattuali nel caso in cui qualsiasi contestazione ambientale sia alla fine accettata dalle autorità competenti”. (qui il documento originale in inglese, http://www.eib.org/infocentre/register/all/60129997.pdf, per tutta la documentazione http://www.eib.org/projects/pipeline/2015/20150044.htm).

Il 5 luglio i tecnici della Bei hanno incontrato sia rappresentanti dei tre comitati che hanno inviato alla Bei determinate osservazioni: “Si è evidenziato – si legge nel comunicato dei comitati – che nel testo della domanda di Q-tHermo pubblicata sul sito della Bei sono esposti elementi incompatibili con la documentazione ufficiale. Infatti non corrisponde al vero che l’impianto sia destinato al trattamento dei soli rifiuti urbani, in regime di monopolio pubblico secondo la normativa interna. Risulta invece che esso è destinato allo smaltimento anche di rifiuti speciali; si è pertanto ritenuto che il finanziamento potrebbe costituire elemento di turbativa alle regole della concorrenza, non consentito dal Trattato sul funzionamento dell’Unione; non corrisponde al vero che l’impianto soddisfi i requisiti della direttiva discariche 1999/31/CE posto che il progetto prevede una produzione di rifiuti pericolosi costituiti da scorie e polveri fino ad un quantitativo di oltre 55.000 tonn./anno , senza dare conto della loro destinazione finale; non corrisponde al vero che il progetto ‘non avrà alcun impatto negativo significativo su tutti i siti natura 2000’, posto che la relazione di incidenza, è stata rinviata ad impianto già attivato, in contrasto con l’obbligo di verifica preventiva; non corrisponde al vero che l’impianto ‘tratterà solo i rifiuti residui dopo la raccolta separata, il riutilizzo e il riciclaggio’ (v. ancora sito Bei). Nella procedura di Via ed ora anche in quella di Aia, si prevede che siano avviati all’incenerimento anche materiale proveniente dalla raccolta differenziata”.

Tra le osservazioni la questione del potenziale inquinamento atmosferico e delle emissioni, (“il progetto – si legge nel comunicato – è in contrasto con i piani regionali per il risanamento, ambientale che prevedono di ridurre la popolazione esposta all’inquinamento atmosferico superiore ai valori limite, mentre la piana Firenze-Prato-Pistoia è dichiarata per l’inquinamento atmosferico zona sottoposta a piani di risanamento proprio per il superamento dei valori limite”). Sempre nel documento presentato dai comitati si contesta “la mancata stima degli effetti cumulativi con altri insediamenti previsti (aeroporto e autostrada)”. Infine la questione economica: “appare inoltre dubbia la sua sostenibilità economica per il calo complessivo dei rifiuti urbani prodotti in Toscana e il contemporaneo incremento di raccolta differenziata dei rifiuti urbani; fatti che stanno portando al sottoutilizzo degli inceneritori attualmente esistenti in Italia”.