CALENZANO – Sopralluogo, nei giorni scorsi, all’interno della comunità terapeutica residenziale “Passaggio a nord-ovest” da parte di Daniela Pancani, consigliera comunale di Forza Italia, “iniziato – spiega – con un colloquio con parte dell’equipe (educatori, infermieri, psichiatra responsabile dell’Unità funzionale salute mentale adulti zona Nord-Ovest Franco Sirianni e la responsabile della Casa della salute di Calenzano, Maria Giuseppa Rina. La struttura è di proprietà della Regione Toscana e fino alla fine degli anni ’80 era un Centro diurno agricolo che si occupava prevalentemente di disabilità con attività occupazionali destinate a pazienti residuali. Successivamente, fino al dicembre 2013, la struttura è stata una SRP1 (Struttura riabilitativa psichiatrica ad alto livello di assistenza) ed era caratterizzata dalla presenza di personale infermieristico anche nei turni notturni. Da gennaio 2014, invece, è inquadrata come SRP2-A (sempre ad alto livello assistenziale ma decisamente più basso). Manca infatti la presenza infermieristica durante il turno di notte. L’organico ha una “gestione mista” (una parte della Cooperativa Di Vittorio rappresentata da otto OSS e tre educatori e personale addetto alle pulizie a 36 ore settimanali) e una parte della Asl (tre infermieri e un un responsabile medico psichiatra). Purtroppo il passaggio da SRP1 a SRP2-A è stato determinato dai numerosi tagli all’assistenza sanitaria delle politiche sanitarie della Regione Toscana”.



Nonostante la struttura tenda a funzionare ad alto livello assistenziale, aggiunge Pancani, “non sembra avere i requisiti per giustificare tale funzionamento per diversi fattori. Innanzitutto accoglie oltre che pazienti con diagnosi gravi quali disturbi di personalità e disturbi psicotici, anche “pazienti con misure di sicurezza autori di reato in libertà vigilata”. Tale condizione è paradossale in quanto una “struttura aperta” non può garantire e accogliere per definizione, “pazienti autori di reato in libertà vigilata”. I pazienti autori di reato con misura di tipo detentivo, invece, afferiscono alle Rems (Resistenze a misure di sicurezza) a Villa Guicciardini o a Le Querce, ma la realtà è ben diversa viste le lunghe liste di attesa per accedervi oltre all’incongruità di alcuni inserimenti che sembrano essere avvenuti anche nella stessa struttura, in base ad alcune segnalazioni ricevute. La situazione è altrettanto paradossale in quanto il personale OSS si trova talvolta in orario notturno a gestire “urgenze psichiatriche” da solo e senza la presenza del medico psichiatra che viene contattato solo telefonicamente e che è presente solo due mattine la settimana”.
E ancora: “In alcune situazioni di urgenza psichiatrica e di rischio per l’incolumità del personale, soprattutto la notte, non sempre il 112 interviene se non previo arrivo del 118 che prima deve valutare la situazione e dopo allertare il 112). Inoltre, il servizio psicologico, fondamentale per la funzione riabilitativa e terapeutica dei pazienti, è garantito non da una figura istituzionale presente sul posto come prevederebbe l’inquadramento, ma bensì con il supporto di una “convenzione” con la Scuola di psicoterapia Erich Fromm. I locali risultano molto datati e in alcune stanze ci sono infiltrazioni di acqua, manca un impianto di condizionamento adeguato soprattutto per gestire il periodo estivo e la porta di ingresso non è antipanico ma in legno e non adeguata anche nella modalità di apertura. Manca di luminosità e di manutenzione ordinaria e straordinaria, indispensabile invece per una migliore degenza di pazienti fragili. Sarà nostra premura valutare tutti questi aspetti nelle sedi competenti, nonché i livelli di costo della struttura da parte della Regione Toscana”.