Smantellato il campo nomadi. Gli abitanti hanno seguito un percorso di inserimento (1)

SESTO FIORENTINO – Le 12 “casette” costruite negli anni Duemila nel campo nomadi di via Madonna del Piano sono quasi del tutto buttate giù. In quell’area dove fino a qualche settima fa erano rimasti gli ultimi abitanti, tutto è stato distrutto dando così il via ad un’opera di bonifica dell’area di proprietà del Demanio Civile. […]

SESTO FIORENTINO – Le 12 “casette” costruite negli anni Duemila nel campo nomadi di via Madonna del Piano sono quasi del tutto buttate giù. In quell’area dove fino a qualche settima fa erano rimasti gli ultimi abitanti, tutto è stato distrutto dando così il via ad un’opera di bonifica dell’area di proprietà del Demanio Civile. Le persone che abitavano il campo nomadi a due passi dal Polo scientifico, una settantina divise in 12 nuclei familiari, la metà composta da minorenni, se ne sono già andate, scaglionate, dall’inizio del 2018 grazie ad un percorso di inserimento avviato dalle istituzioni.

Questa mattina il sopralluogo del sindaco Lorenzo Falchi con l’assessore al Welfare Camilla Sanquerin, Marzio Mori della Caritas, Carabinieri, Polizia, Polizia municipale e operatori di Alia intenti a continuare il lavoro di pulizia dell’area. Operazione di bonifica che non si sa ancora quando si concluderà, come afferma il responsabile per questo tipo di interventi di Alia, Marco Ceccanti, “per adesso non è possibile preventivare quanto tempo ci vorrà per liberare il terreno”. Difficile preventivare, anche i costi dell’intero intervento che ha portato alla chiusura del campo nomadi. Intanto sono state già portate via dagli operatori di Alia 80 tonnellate di materiale edile, rifiuti di ogni tipo. Ecco quello che resta di un gigantesco trasloco: carcasse di motorini, auto dai finestrini rotti, carrelli della spesa abbandonati, pezzi di pannelli isolanti, roulotte, qualche scarpa da bambino, una borsetta bianca, estintori, qualche carcassa di piccoli animali ricoperti di stracci e poi amplificatori professionali, vetri e specchi (interi, perchè si sa gli specchi non si rompono). Un gatto bianco si aggira, forse alla ricerca di qualcosa da mangiare e poi si ferma incuriosito dai fotografi. Gli operatori di Alia hanno trovato anche tanto amianto “soprattutto le coperture” dicono, e questo dovrà essere smaltito adeguatamente. Per bonificare la zona servirà un intervento complesso: fino ad ora Alia è stata impegnata per 235 ore, dopo ogni accumulo di materiale diviso per tipo di scarto, vengono svolte le adeguate verifiche sul terreno. La partenza dello smantellamento del campo nomati è iniziato da marzo del 2018. In parallelo è avvenuto il percorso di inserimento delle persone che vivevano nel campo, campo rom sorto alla fine degli anni Ottanta con una serie di baracche improvvisate, dove sostavano i nomadi in transito e poi diventato punto di riferimento stabile negli anni Novanta con l’arrivo delle famiglie dalla ex Jugoslavia. E ancor più stabile attorno agli anni Duemila con la costruzione di “casette”.