“Signa per il no”: gli appuntamenti e le motivazioni per dire no

SIGNA – Se a Campi, ieri pomeriggio, è stato tempo di flash mob per il Sì, “Signa per il no” annuncia i prossimi appuntamenti in programma, ovvero quello di martedì 29 novembre alle 21 presso il circolo della parrocchia di San Mauro e giovedì 1 dicembre alle 21.15 presso la sede della Pubblica Assistenza dove, […]

SIGNA – Se a Campi, ieri pomeriggio, è stato tempo di flash mob per il Sì, “Signa per il no” annuncia i prossimi appuntamenti in programma, ovvero quello di martedì 29 novembre alle 21 presso il circolo della parrocchia di San Mauro e giovedì 1 dicembre alle 21.15 presso la sede della Pubblica Assistenza dove, insieme a Gianni Vinattieri e Lorenzo Sodero (comitato Signa per il No), ci sarà il consigliere regionale Paolo Bambagioni. “Bisogna votare no – dice Vinattieri – perché la riforma toglie potere al popolo per consegnarlo alla “casta” politica: con un Senato della Repubblica non più eletto dai cittadini ma nominato dai politici e dai loro capi. Bisogna votare no perché la riforma è proposta in modo populista e demagogico equiparando gli eletti dal popolo sovrano a poltrone da “tagliare”: in realtà non diminuisce i costi della politica. Per ottenere questo risultato bastava una legge ordinaria che ponesse un tetto alle indennità dei parlamentari. Bisogna votare no perché è falso che in Italia si approvano poche leggi e troppo lentamente: in Italia si approvano troppe leggi scritte male (caos legislativo) e le uniche leggi che rimangono ferme in parlamento lo devono alla mancanza di volontà politica di approvarle. Bisogna votare no perché il combinato disposto fra riforma costituzionale ed elettorale (Italicum) crea un sistema istituzionale in cui: il capo di un partito minoritario diventa il dominus assoluto del Governo che esautora il Parlamento generando un sistema senza controllo e bilanciamenti; la minoranza che grazie alla legge elettorale diventa maggioranza alla Camera può eleggere da sola tutte le cariche istituzionali di garanzia: Presidente della Repubblica, Giudici della Corte Costituzionale, membri laici del Csm. Bisogna votare no perché dare risposte di ingegneria costituzionale a problemi politici è sintomo di incapacità e un’illusione autoritaria. Bisogna votare no perché la riforma crea un neocentralismo togliendo ai livelli istituzionali più vicini ai cittadini quasi tutte le potestà legislative. L’obiettivo della riforma è ridurre ai minimi termini l’influenza della variabile popolo: speriamo che il 4 dicembre, ancora una volta, questa variabile non si faccia ingannare da false illusioni”.

“I motivi sono molti – aggiunge Sodero – ma sicuramente il punto centrale di questa riforma è l’abbinamento della modifica del Senato, che diventerà una falsa camera di rappresentanza delle autonomie (a differenza di come si vuol fare credere) e la legge elettorale per la Camera (unico ramo del parlamento che avrà il rapporto fiduciario con il Governo) “Italicum” che garantirà ad un partito il 54% dei seggi da deputato, assicurandogli più che la maggioranza assoluta per fare quello che un governo gli va di fare”. “Il problema non è Renzi, – continua – il problema è chi verrà dopo di lui, chiunque prenda il potere, potrà fare ciò che vorrà, anche un pazzo qualsiasi. Questa riforma non nasce dai bisogni dell’oggi, bensì dall’arroganza di ieri quando Licio Gelli scriveva che “l’architettura dello Stato dovrà prevedere la fine del bicameralismo perfetto e per il Senato una rappresentanza di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, con competenze ridotte alle materie economico sociali”. Al referendum del 4 dicembre bisogna votare no a una riforma voluta dai più grandi poteri economici modiali e per preservare il proprio diritto di sovranità”.