Signa, il saluto di don Alessandro. Domenica 14 la prima Messa di don Matteo Ambu nella Pieve

SIGNA – E’ stato un saluto che ha provocato tanta emozione nella comunità signese. Un saluto unito agli auguri per le recenti festività natalizie. Ma anche di “arrivederci” ai suoi parrocchiani. E’ quello che don Alessandro Tucci ha rivolto loro in occasione del passaggio di consegne con don Matteo Ambu alla guida della Pieve di […]

SIGNA – E’ stato un saluto che ha provocato tanta emozione nella comunità signese. Un saluto unito agli auguri per le recenti festività natalizie. Ma anche di “arrivederci” ai suoi parrocchiani. E’ quello che don Alessandro Tucci ha rivolto loro in occasione del passaggio di consegne con don Matteo Ambu alla guida della Pieve di San Giovanni Battista e San Lorenzo dopo quindici anni di servizio pastorale. Tre lustri prima di “cedere il passo” al nuovo parroco che domenica 14 gennaio alle 11 celebrerà la sua prima Messa. E la comunità parrocchiale si è voluta stringere intorno a lui per ringraziarlo del lungo periodo di attività: sia sui social, dove non sono mancati gli abbracci virtuali, che di persona, domenica scorsa, quando in tanti hanno voluto salutarlo, prima in una chiesa gremita di persone e subito dopo al rinfresco e al pranzo organizzato presso il centro pastorale. “Cosa deve fare un parroco? – ha scritto don Alessandro – Far conoscere Gesù, aiutare i fedeli a innamorarsi di Lui. Se ci sono riuscito, sono contento. Chiedo perdono per le mie mancanze, per certe mie durezze e musate. Saluto tutti: malati, anziani, bambini, giovani, famiglie, persone sole. La Pace di Cristo, nato, morto e risorto, sia con tutti voi”. Tante le persone che hanno preso la parola per salutarlo: dai membri del consiglio pastorale al sindaco Giampiero Fossi, che gli ha donato una targa di ringraziamento a nome dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità. “San Francesco, – ha aggiunto don Alessandro – dopo la sua conversione fu incaricato da Gesù per ricostruire la Chiesa: la Chiesa, infatti, è il “corpo” di Gesù, la sua presenza nel mondo e nel tempo. Questo vale anche oggi: in ogni generazione la Chiesa è in continuo cambiamento e deve essere rimodellata, perché tutto passa alla svelta. Rimane solo Dio e il suo amore per noi, rivelato in Gesù Cristo. Il resto è vanità, come diceva don Corso…”. Infine, un ultimo pensiero a Signa e ai suoi ormai ex parrocchiani: “Qui è stato un dono per tutti, un pastore vero che, con caparbietà, ha cercato di sfondare nei cuori di ognuno”.