CAMPI BISENZIO – Hanno incrociato le braccia anche oggi per un’ora e mezzo, i lavoratori della Rubinetterie Signorini di via Parco della Marinella e lo hanno fatto in solidarietà ai tre loro colleghi che lunedì scorso hanno ricevuto la lettera di licenziamento perché l’azienda, spiega la Fiom Cgil “vuole esternalizzare il lavoro e abbassare il numero dei lavori sotto i 15 dipendenti. Una mossa fatta apposta per portare il numero dei lavoratori sotto i 15, per far sì che senza Articolo 18 abbiano meno diritti (perdendo l’accesso eventuale agli ammortizzatori sociali) e per togliere così di mezzo le rappresentanze sindacali. Chiediamo il ritiro immediato dei licenziamenti e che venga fatta chiarezza rispetto al futuro dell’attività”.
“Alla Rubinetterie Signorini – dice il Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze Daniele Calosi – sta accadendo nel piccolo quello che avviene alla Bekaert di Figline. Soltanto che qui i dipendenti sono molti meno e quindi hanno meno visibilità ed è per questo che ci saranno una serie di manifestazione coinvolgenti anche il centro di Campi Bisenzio”.
La Rubinetterie Signorini da maggio si è trasferita con i 17 dipendenti nella sede di via Parco della Marinella, dal 28 agosto sono partite le 3 lettere di licenziamento e i lavoratori hanno scioperato. “E’ un’azienda storica – dice Calosi – fondata nel 1923 prima del nuovo Pignone”. Fino a una decina di anni fa era una Spa con sede a Prato e a guidare l’azienda erano due soci. “Era un’azienda con una cinquantina di dipendenti – spiegano i lavoratori – Poi è rimasto un unico proprietario, l’azienda è diventata una Srl e l’azienda è stata trasferita da via dei Confini alla sede attuale”. E anche il fatturato negli anni si è modificato. “Allo stato attuale il fatturato è di 2 milioni di euro – raccontano i lavoratori – ma quando eravamo in via dei Confini si attestava attorno a 6-7 milioni di euro”.
La produzione è quella di rubinetterie di lusso negli alberghi prestigiosi.
“L’azienda è pronta a fare il concordato – spiega Calosi – a questo punto tanto vale vendere”.
“A giugno quando abbiamo chiesto, con una riunione in Regione di presentare il piano industriale – dice il funzionario Fiom Andrea Vignozzi – l’azienda non si è presentata. Non accettiamo di fare la trattativa sotto ricatto, chiediamo il rinvio dei licenziamenti”.