SESTO FIORENTINO – Un piatto prelibato, per molti, che affonda le proprie radici nella tradizione, nei miti e nelle leggende, ma anche nelle necessità nutrizionali: il sanguinaccio, alimento presente in moltissime culture, piatto a volte proibito consumato quasi di nascosto, è uno dei protagonisti della cucina non solo “povera” e oggi è una riscoperta. “Sanguinacci” è il titolo del libro di Luca Cianti presentato sabato scorso 3 dicembre nella Scuola di Cucina di Sabrina Caterina Rossello (piazza Ghiberti 29D) dove la Chef Sabrina con lo Chef Antonio hanno animato la serata con un cooking show. spadellare, cucinare, infornare e assaggiare tra cucina tradizionale e nuovi sapori così la Chef Sabrina e lo Chef Antonio hanno incantato il pubblico. Presenti alla serata lo scrittore Carlo Lapucci e il veterinario Marco Boccetti. Boccetti, Lapucci e Cianti hanno ricostruito la nascita del libro dopo la constatazione che “la cucina con il sangue” è presente in molte culture ed ha radici che si intrecciano con la tradizione religiosa e con le pratiche pagane. Storie e racconti di civiltà passate, ma anche più recenti come quella contadina della Piana fiorentina. Il libro, il cui sottotitolo è “storia ragionata dell’utilizzo del sangue nella cucina tradizionale” racconta dei motivi in cui si sviluppa questo gusto alimentare e presenta una accurata selezione di ricette regionali italiane con l’utilizzo del sangue. Chiude la raccolta una tabella nutrizionale, “una curiosità” dice Cianti “per rendere l’idea del significato anche alimentare del sangue che viene usato in cucina”. Il libro, “Sanguinacci” è edito da Sarnus.
“Sanguinacci” tra ricette, tradizione e cooking show
SESTO FIORENTINO – Un piatto prelibato, per molti, che affonda le proprie radici nella tradizione, nei miti e nelle leggende, ma anche nelle necessità nutrizionali: il sanguinaccio, alimento presente in moltissime culture, piatto a volte proibito consumato quasi di nascosto, è uno dei protagonisti della cucina non solo “povera” e oggi è una riscoperta. “Sanguinacci” […]
