FIRENZE – Gli stadi di Firenze e Venezia fuori dal Pnrr, il governo si muove verso la rinuncia ai due cantieri: lo riporta il quotidiano “La Repubblica”, secondo cui “Palazzo Chigi proverà fino alla fine a convincere Bruxelles a finanziare le opere, ma se fallirà ricorrerà a fondi nazionali e darà la colpa a Draghi”. Insomma, da “Quer pasticciaccio brutto di via Merulana”, per riprendere il titolo del romanzo di Carlo Emilio Gadda, pubblicato alla fine degli anni Cinquanta, al “pasticciaccio brutto dello stadio Artemio Franchi”. Una vicenda su cui ci sarebbe da ridere – o meglio, da piangere – e sulla quale stanno già arrivando le prime reazioni.
“C’è un solo modo – dice Francesco Grazzini, coordinatore fiorentino di Italia Viva – per risolvere la grana dello wtadio Franchi e sbloccare una situazione che, viste le ultime osservazioni dell’Unione Europea, rischia di condurre Firenze ancora di più in un vicolo cieco: fare retromarcia finché si è in tempo e tornare a chiedere con forza il celebre “Emendamento Renzi” che consentirebbe massicci interventi sullo stadio di Firenze finanziati da investitori privati. La nostra città ha diritto a uno stadio davvero moderno e i 30.000 fiorentini che mediamente occupano le tribune dell’impianto hanno il diritto sacrosanto di non venir esiliati per almeno due anni. Il modello Viola Park deve essere la stella polare: nessun euro speso dalla collettività, un privato che investe, l’amministrazione che garantisce le parti e la tutela del territorio. Ciò che è stato fatto a Bagno a Ripoli sia modello per Firenze. La strada Pnrr con centinaia di milioni a finanziare lo stadio a questo punto ci pare impercorribile e presenta spiacevoli sorprese come quella della squadra in trasferta per due anni consecutivi”.
“Italia Liberale e Popolare Toscana guarda con stupore alla grottesca vicenda che ruota attorno alla ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze oggetto di recentissimi dubbi dell’UE circa il finanziamento con i fondi del Pnrr e conseguenti proteste del sindaco Nardella. Una gestione a dir poco surreale – afferma Kishore Bombaci, coordinatore regionale di Italia Libera e Popolare – della vicenda che vede coinvolti tutti i decisori e da ultimo anche l’intempestiva uscita della UE che tardivamente pone dei dubbi, a progetto approvato, sulla finanziabilità con i fondi del Pnrr. Però, al netto delle responsabilità UE, non va dimenticato che l’attuale situazione deriva da precise scelte dell’amministrazione Nardella che davvero non si spiegano”.
“A suo tempo, – aggiunge – il presidente della Fiorentina Rocco Commisso si era proposto per realizzare il nuovo stadio interamente a proprie spese ma venne fermato da una burocrazia soffocante e, soprattutto proprio dal Pd. Dal sindaco metropolitano Nardella agli altri sindaci dell’hinterland, si levarono voci ostili alla proposta Commisso preferendo l’opzione del finanziamento con i soldi del Pnrr. Per accelerare, sono passati sopra ogni perplessità relativa al progetto, hanno rifiutato di ascoltare istituzionalmente le associazioni interessate come il Comitato viabilità di Campo di Marte e hanno insistito pervicacemente in una scelta che oggi provoca notevoli problemi, al club, ai tifosi e alla città tutta. Il risultato di questa gestione incredibile di uno snodo strategico per la città di Firenze è che al momento regna il caos e la confusione totale”.
Un’osservazione al Piano Operativo Comunale per prevedere la realizzazione del nuovo stadio, di proprietà della Fiorentina, nell’area dell’ippodromo del Visarno alle Cascine: questa invece la proposta del consigliere del gruppo Centro a Palazzo Vecchio Emanuele Cocollini. “Con le notizie delle ultime ore sta diventando ormai chiaro a tutti come impiegare soldi pubblici per restaurare lo stadio Franchi sia una strada non percorribile, – spiega Cocollini – nell’area del Visarno, appena fuori dal parco delle Cascine e vicino alla ferrovia, si può costruire non solo il nuovo impianto sportivo, ma anche i centri commerciali e le strutture ricettive necessarie a soddisfare il piano economico finanziario della Fiorentina, che ha già dimostrato di avere, con la proprietà Commisso, le capacità di lavorare presto e bene con il Viola Park a Bagno a Ripoli”. “Grazie alla fase di adozione del POC, l’intervento si può inserire velocemente, è un’occasione unica per risolvere una volta per tutte la questione stadio, che attanaglia l’amministrazione comunale da decenni, risparmiando denaro pubblico e premiando l’iniziativa privata” conclude Cocollini.
I consiglieri del Movimento 5 Stelle Roberto De Blasi e Lorenzo Masi replicano così a Cocollini: “In tutto il mondo le più elementari regole per il governo del territorio stabiliscono la realizzazione dei nuovi grandi impianti sportivi in corrispondenza delle infrastrutture di accesso di massa in occasione dei grandi eventi. Così non ci sorprende la scarsa sensibilità riservata al recupero di un territorio già martoriato come il parco delle Cascine offrendo poi come soluzione l’accostamento di centri commerciali e strutture ricettive “necessarie a soddisfare il piano economico finanziario della Fiorentina”. “Il nostro giudizio – concludono De Blasi e Masi – più che negativo è rivolto a precisare che la società della Fiorentina ha a cuore il nostro territorio e non ha certo bisogno di intuizioni irrealizzabili e irrilevanti riconducibili a una ipotesi come questa”.
“Ma gli altri enti locali che fanno parte della Città Metropolitana hanno espresso un parere favorevole all’idea di utilizzare risorse per l’area dello stadio comunale di Firenze? Perché a noi pare evidente come l’incertezza continua in cui ci troviamo sul tema “Fiorentina” sia dovuta a responsabilità politiche di governo. Per anni – dicono Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune e Lorenzo Palandri e Francesco Gengaroli – Sinistra Progetto Comune Quartiere 2 – si è pensato a un nuovo impianto sportivo, a Castello o a Novoli, mentre non ci sono mai state chiarite le cifre sulle manutenzioni necessarie a Campo di Marte (sia ordinarie che straordinarie, quindi per ambedue le competenze, pubbliche e private). Il Pnrr è stata l’occasione per il sindaco per una svolta totale, il concorso internazionale, che però viene portato avanti con fretta e furia, con attenzione agli annunci e agli eventi. Con preoccupazione torniamo a chiedere perché non si sia voluto procedere con una maggiore attenzione al territorio e alle parti interessate”.