CAMPI BISENZIO – “Quando nel giugno del 2017 il Papa venne a Barbiana, ebbi la fortuna di stringergli la mano”. Palmiro Sassetti, insieme alla moglie Ivana, è uno dei volontari della Fondazione Don Milani che sette anni fa accolse il Pontefice nel giorno della sua preghiera personale sulla tomba di don Lorenzo Milani. E, nel giorno del funerale del Pontefice, quasi si commuove ricordando ancora ogni particolare di quella breve, ma intensa visita del Santo Padre. “Arrivammo la mattina presto, lasciammo la macchina dove di solito viene fatto il mercato e poi salimmo su a Barbiana a bordo di alcuni mezzi della Polizia”. Impressionante il numero di rappresentanti delle forze dell’ordine, uno dei particolari rimasti più impressi: “Erano migliaia”. E poi tanti dettagli catturati con lo sguardo: l’entrata in chiesa, nella vecchia officina, nella cosiddetta stanza della musica fino alla preghiera all’interno del piccolo cimitero dove don Milani è sepolto e dove il Pontefice volle entrare rigorosamente da solo, tutto caratterizzato da un protocollo particolarmente rigido, che non ammetteva deroghe. L’unica, se così vogliamo chiamarla, quando Papa Francesco salutò alcuni dei sacerdoti presenti, fra cui anche don Corso Guicciardini, scomparso nel 2020, e don Silvano Nistri, morto invece di recente.
“Ero proprio dietro di loro – racconta – e così mi avvicinai e gli allungai la mano. Cosa mi colpì? Il suo sorriso, ma soprattutto la stretta vigorosa, la stessa di quando, come Fondazione, siamo stati a Roma, l’anno scorso. Ovviamente non mi riconobbe, ma posso dire di averlo salutato due volte di persona e ne sono orgoglioso”. Fino ai giorni nostri, alla notizia della scomparsa del Papa appresa dalla televisione, quasi per caso: “E’ stato un colpo durissimo – racconta -, è come se fosse morto un mio parente”. Un’emozione condivisa anche dalla moglie, che invece si sofferma su quel giorno a Barbiana: “Ricordo ancora quando Papa Francesco ripartì, per fare ritorno a Roma, a bordo dell’elicottero con cui era arrivato, ebbi come l’impressione che ci avesse ripensato”. Probabilmente fu solo uno spostamento in aria che il mezzo dovette fare. Ma che a tutti coloro che erano lì dette come la sensazione che il Pontefice volesse tornare indietro e vivere di nuovo quei momenti.