Pubblica Assistenza, parla il presidente: un primo bilancio, l’appello all’unità

CALENZANO – Quando parla della Pubblica Assistenza le brillano gli occhi. Valentina Frontini, 32 anni, da novembre guida l’associazione di volontariato calenzanese: una delle più giovani dirigenti del mondo delle Anpas toscane. Originaria di Cesena, due cani e un fidanzato, vive da tre anni in Toscana e lavora come responsabile operativa della filiale di un’azienda […]

CALENZANO – Quando parla della Pubblica Assistenza le brillano gli occhi. Valentina Frontini, 32 anni, da novembre guida l’associazione di volontariato calenzanese: una delle più giovani dirigenti del mondo delle Anpas toscane. Originaria di Cesena, due cani e un fidanzato, vive da tre anni in Toscana e lavora come responsabile operativa della filiale di un’azienda di trasporti. Fa servizio in ambulanza tutti i venerdì notte, insieme ai ragazzi del “suo” turno ed è volontaria di livello avanzato, abilitata all’uso del defibrillatore.

Presidente, facciamo un primo bilancio…
“Sono stati cinque mesi intensi, a voler usare un eufemismo. L’inizio non è stato dei più semplici, perché non c’è stato nessun passaggio di consegne dal vecchio al nuovo consiglio direttivo. L’unica cosa chiesta, fra l’altro tramite legale, da chi ci ha preceduto è stata quella di rivedere alcuni vecchi verbali redatti da loro”.

Nessun contatto con chi vi ha preceduto, quindi?
“Soltanto con l’ex tesoriera”.

Un inizio in salita…
“Decisamente. Con il nuovo consiglio, però, non ci siamo arresi: abbiamo messo mano a tutto quello che c’era a disposizione e ci siamo rimboccati le maniche, cercando di colmare le lacune che avevamo ricevuto in eredità”.

Uno dei grandi temi della Pubblica Assistenza è la nuova sede. Come è la situazione attualmente?
“Partiamo dall’inizio. La sede è stata acquistata all’asta nel novembre del 2017, quindi dal vecchio consiglio, che aveva avuto il via libera dall’assemblea dei soci, ed è stata pagata circa 340.000 euro”.

In questo anno e mezzo cosa è successo?
“Assolutamente niente”.

In che condizioni versa attualmente la struttura?
“Deve essere ristrutturata per larga parte. L’associazione si è già accollata un mutuo da 100.000 euro, ma è ormai evidente a tutti che questi soldi non basteranno e ne serviranno altri. Mancano all’appello l’impianto elettrico, il riscaldamento, i mobili, oltre a tutte le certificazioni necessarie”.

Si è fatta un’idea della cifra necessaria per portare a termine i lavori?
“Diverse decine di migliaia di euro. Che dovremo trovare, se vogliamo andare avanti e arrivare, prima o poi, a inaugurare la sede”.

Come?
“Non è semplice. Bisogna tenere conto che l’associazione è già esposta finanziariamente per via dell’acquisto di due ambulanze e di un mezzo per i trasporti sociali, che sono necessari al perseguimento delle nostre attività statutarie”.

Soluzioni?
“Dobbiamo metterci intorno a un tavolo col Comune di Calenzano, con il quale vogliamo portare avanti un rapporto proficuo. Stiamo aspettando di essere convocati a un nuovo incontro per continuare la progettazione. In particolare dobbiamo chiarire il nodo dei parcheggi sotto la nuova sede, che per noi sono di fondamentale importanza”.

Fra poche settimane il Comune di Calenzano andrà al voto. Ha già avuto incontri con i candidati sindaco?
“Ancora non ho avuto modo di incontrare nessuno in maniera formale. Come associazione vorremmo instaurare un dialogo proficuo con tutti, perché crediamo che i rappresentanti della politica locale debbano tener conto di una realtà importante come la Pubblica Assistenza, che garantisce servizi fondamentali per il territorio”.

Oltre all’area volontari ci saranno anche spazi votati a studi medici?
“Certo. Anche se al momento non sappiamo a chi saranno affidati. La decisione non è ancora passata in consiglio, quindi è prematura ogni riflessione in questo senso”.

Qualche numero della Pubblica Assistenza di Calenzano?
“Migliaia di servizi sociali all’anno, altrettanti di emergenza per conto del 118 di Firenze-Prato. Sette dipendenti: cinque a tempo pieno e due part-time. E poi il nostro bene più grande: i volontari”.

Quanti sono?
“Alcune decine. La nostra associazione soffre del male comune a molte altre associazioni, ovvero la scarsità di volontari. E’ un problema che va avanti da anni. Negli ultimi mesi, però, mi pare che ci siano segnali che fanno pensare a una, seppur lieve, inversione di tendenza. E non posso che salutare questo segnale se non con grande soddisfazione. Proprio a questo riguardo, vorrei lanciare un appello”.

Dica…
“Vorrei invitare volontari, dipendenti e dirigenti a una maggiore unità. Vorrei che tutti remassero nella stessa direzione, perché chi vuole bene alla Pubblica Assistenza di Calenzano deve lavorare per l’associazione e non contro. Ben venga il confronto, se le posizioni sono differenti. Ma non gli attacchi personali, le falsità, le calunnie. Che non saranno più tollerate”.