Primarie del centrosinistra. Antonio Iocca (Pd) a Renzi: “Non ha saputo portare sulle spalle Anchise”

CAMPI BISENZIO – Riceviamo da Anotnio Iocca una lunga lettera aperta piena di riflessioni sul dopo-ballottaggio di domenica scorsa nel centrosinistra tra Bersani e Renzai. Volentieri pubblichiamo il contributo del consigliere comunale del Pd pur sottolineando che le sue affermazioni non rappresentano necessariamente il pensiero e la linea editoriale di questa testata. “Gentile direttore, Pierluigi […]

CAMPI BISENZIO – Riceviamo da Anotnio Iocca una lunga lettera aperta piena di riflessioni sul dopo-ballottaggio di domenica scorsa nel centrosinistra tra Bersani e Renzai. Volentieri pubblichiamo il contributo del consigliere comunale del Pd pur sottolineando che le sue affermazioni non rappresentano necessariamente il pensiero e la linea editoriale di questa testata.

“Gentile direttore,

Pierluigi Bersani ha vinto le prime primarie vere del centrosinistra  sopravanzando il suo rivale. Il vantaggio è stato di 20 punti percentuali al nord di 38 al sud e di soli 6 punti nel centro.

Peraltro, in Toscana, che è insieme all’Emilia-Romagna la regione elettoralmente di maggior peso del Pd, Renzi è arrivato primo distanziando il segretario di dieci punti. Perché il sindaco di Firenze è andato meglio qui da noi che da altre parti? Gli infiltrati di centrodestra  non c’entrano a mio avviso. Per quale motivo gli elettori di destra delle regioni rosse dovrebbero averlo votato mentre gli elettori di destra delle regioni del Nord non lo hanno fatto? Certo, ci sono conti e marchesi che a Firenze hanno votato Renzi ma non fanno numero. I voti a Renzi nella zona rossa sono venuti largamente da elettori del centrosinistra che non hanno voluto votare il candidato “ufficiale” del partito. Non è stato un voto di sfiducia a Bersani. È stato un voto di protesta nei confronti dell’apparato e a favore del cambiamento. È stato espresso qui in maniera più netta perché in queste zone ci sono più elettori di centrosinistra. E sono elettori critici del Pd al potere e che non sono disposti a seguire ciecamente le direttive degli organi locali del partito. A volte il potere logora anche chi ce l’ha. (Roberto D’Alimonte  Il Sole 24 ore di stamani)

Roberto Weber (Swg) pensa di essere riuscito a quantificare un dato interessante: il 15% dei voti per il sindaco viene da elettori di centrodestra e un altro 15% da seguaci di Beppe Grillo. La fascia è individuata tra 25 e 55 anni e molti di loro sono artigiani, commercianti e partite Iva. «In questi casi il voto per Renzi è l’espressione di un disagio delle categorie produttive nei confronti della sintesi politica che si è prodotta fin qui ed è una richiesta di discontinuità» sostiene Weber. Questo contribuisce ad aprire una riflessione sull’evoluzione sociopolitica di territori da sempre lodati per l’alto capitale sociale  che sono capaci di produrre.La domanda che il successo di Renzi rende attuale può essere formulata così: come mai l’alto capitale sociale non si è coniugato con un elevato tasso di ricambio? E ancora: nelle zone dove ha operato per anni la regia politica della sinistra si è prodotta una maggiore o minore apertura della società?  (Di Vico Corriere della Sera 29 novembre) Ragion per cui il pd deve sempre più aprirsi alla società deve essere in grado di cogliere ciò che di vitale  si muove essere per usare una parola tanto in voga “inclusivo”.  Ad esempio per quanto riguarda campi bisenzio in vista delle prossime elezioni comunali occorre farsi promotori di un profondo rinnovamento della classe dirigente.

Si proponga ad esempio che nella lista (del Pd) non vi siano persone che abbiano fatto più di un mandato amministrativo ovvero sia composta per metà da uomini e per metà da donne; oppure che non vi siano commistioni (o presunte tali) fra interessi (legittimi) e rappresentanza in consiglio comunale. Gli organismi dirigenti della costituenda fondazione Teatro siano assegnati tramite bando pubblico ad esempio. Queste sono soltanto alcune delle battaglie e  delle proposte che concretamente si possono fare per assecondare lo spirito dei tempi.

Chiudo con due osservazioni (moderatamente polemiche) al “Comitato Renzi di Campi”:

 1 – Cosa significa l’affermazione siamo la prima forza della città? Ma il sindaco di Firenze non ha forse affermato che non ha intenzione di fare correnti e che il Pd nella sua totalità esce rafforzato da queste primarie? O forse che a pochi mesi dalle elezioni dobbiamo azzerare gli organismi dirigenti (segretario e direzione) e avviare una fase congressuale?

2 – Se nei prossimi giorni il sindaco di Firenze (in tandem con il Presidente Rossi) rilanciasse con forza il tema della pista parallela dovremmo cambiare opinione perché ha vinto le primarie Toscana? Dovremmo essere pronti ad accettare nella Piana un termovalorizzatore e un aeroporto che cozzano platealmente con qualsivoglia sana politica di programmazione urbanistica ed ambientale. O forse essere contrari ad una nuova Vis per tutelare la salute dei nostri concittadini?

Bertold Brecht nel Libro delle svolte parlava appunto di coloro che non vogliono salire sul carro né limitarsi ad applaudire il suo passaggio ma ambiscono a spingerlo. È un modello di comportamento adeguato ai tempi se la forza della spinta è accompagnata da un adeguato spirito critico. Da Renzi mi aspetto che si interroghi sul perché tanti non hanno avuto fiducia in lui. La sua colpa non è stato il troppo coraggio ma il timore di portare sulle spalle Anchise. Il coraggio vero è proprio questo.

Saluti da un moderatamente bersaniano : antonio iocca”