PRATO – “Una squadra di professionisti con una organizzazione interna multidisciplinare e multiprofessionale e dotata di strumenti altamente tecnologici che riesce a garantire la continuità assistenziale di un ospedale sempre più aperto con il territorio: è questa la sfida dell’innovazione organizzativa degli ambulatori specialistici operata all’interno dell’ospedale di Prato. Mi complimento con la direzione sanitaria del presidio, diretta dalla dottoressa Maria Teresa Mechi e con quella infermieristica di cui è direttrice la dottoressa Monica Chiti, per avere introdotto anche percorsi innovativi e mi riferisco, per esempio, al Transitional care in neurologia e nefrologia, alla medicina di genere, al progetto Next-Gen-Prato per la malattia di Parkinson a esordio giovanile e/o familiarità e distonie del musicista e al Wound Care, per la cura delle lesioni cutanee”. Queste le parole del direttore generale, Valerio Mari, al termine della sua visita all’ospedale Santo Stefano che si è svolta oggi e, nel corso della quale, ha visto da vicino il nuovo modello organizzativo introdotto nella Specialistica Ambulatoriale per la presa in carico dei pazienti più fragili, per evitare ulteriori cronicizzazioni e finalizzato a garantire un più rapido recupero della malattia e a prevenire i ricoveri non necessari.
Insieme al direttore generale, oltre al direttore wanitario Simona Dei, c’era anche il direttore del Dipartimento infermieristico e ostetrico, dottor Paolo Zoppi, che ha detto: “Parlando con i professionisti e dai loro racconti è emerso entusiasmo ma anche emozione per la sfida che hanno accolto, per i risultati raggiunti e per aver coinvolto tante persone. È vero: la somma delle competenze è comunque inferiore al prodotto che si ottiene integrando le competenze stesse. Questo principio è stato applicato e dimostrato nell’esperienza avviata al Santo Stefano”.

Sono ben 15 i nuovi ambulatori specialistici al momento attivati al Santo Stefano, a cui si sommano quelli a carattere oncologico. Più che ambulatori sono veri e proprio “percorsi” che possono iniziare con i medici e pediatri di Famiglia e proseguire in ospedale e viceversa come i percorsi Pass (Percorsi Assistenziali per Soggetti con Bisogni Speciali) che hanno dato risposta nel 2024 a oltre 450 pazienti e con il percorso dedicato allo screening per il tumore della mammella rivolto alle donne con grave lesioni midollari attivo dallo scorso marzo (per 34 donne è stato possibile eseguire accertamenti con un percorso dedicato superando la disequità legata alla disabilità nell’accesso a queste prestazioni), una delle prime esperienze a livello nazionale, diabetologico, di supporto al paziente oncologico con l’ambulatorio cardio oncologico, quello dedicato alla menopausa, un altro ancora alla valutazione cardiologica preoperatoria e uno riservato anche all’angiologia sportiva per la diagnostica vascolare innovativa per i ciclisti di competizioni.
Gli altri Ambulatori riguardano la presa in cura del paziente con patologia oncologica del distretto testa collo sottoposto a radioterapia per la prevenzione e la cura delle radiodermiti e gli Ambulatori Infermieristici per i pazienti stomizzati cistectomizzati e uno di follow up internistico per i pazienti sottoposti a prostatectomia. È stato aperto anche l’Ambulatorio per la valutazione e il monitoraggio degli esiti sui pazienti dimessi dal reparto di terapia intensiva.
La visita del direttore generale si è poi conclusa in alcuni reparti e nei Day Service immuno-allergo-reumatologico, multidisciplinare e geriatrico. Anche quest’ultimi rappresentano un collegamento tra ospedale e territorio, per la gestione dei pazienti complessi post acuti e cronici che dispongono di tutte le prestazioni assistenziali e diagnostico terapeutiche programmate e senza la necessità del ricovero.