Pietro Maroè a “Un mercoledì da scrittori” per raccontare il mondo visto dagli alberi

CAMPI BISENZIO – Un novello “barone rampante”, che vede il mondo da un’angolazione diversa, quella della chioma di un albero. Il 18 aprile alle 21 a “Un Mercoledì da scrittori” arriva Pietro Maroè. Di se dice che prima ha imparato a salire sugli alberi e poi a camminare. Adesso, che ha poco più di 20 anni, […]

CAMPI BISENZIO – Un novello “barone rampante”, che vede il mondo da un’angolazione diversa, quella della chioma di un albero. Il 18 aprile alle 21 a “Un Mercoledì da scrittori” arriva Pietro Maroè. Di se dice che prima ha imparato a salire sugli alberi e poi a camminare. Adesso, che ha poco più di 20 anni, Maroè ha trasformato la sua passione per gli alberi in un lavoro, una filosofia di vita. Suo padre, Andrea, è un agronomo e lavora con lui a potare, curare, ascoltare gli alberi. Da questa esperienza è nato il suo libro “La timidezza delle chiome” (Rizzoli) che viene a presentare a “Un mercoledì da scrittori”, al Teatrodante Carlo Monni, intervistato dal professor Francesco Ferrini della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Maroè vive a Udine e insieme al padre e a degli amici – tutti arbonauti, scalatori di chiome o tree-climber che dir si voglia – ha fondato l’associazione SuPerAlberti, un progetto dedicato allo studio e alla cura degli alberi monumentali delle città. “Il mondo visto dalla cima degli alberi è diverso – dice Pietro – sembra migliore, è più facile viverci quando scendi. Impari a stare sulla terra come ci stanno le piante. Con calma, con la massima capacità di adattamento”.