Fiorentina, il tempo dell’ambizione. Sì, ma quale?

CAMPI BISENZIO – Quale è il livello della Fiorentina? Qual’è la nostra ambizione sportiva? Questo, almeno da venti anni, è il punto centrale di ogni discussione sulla Fiorentina. È il frutto indigesto di un’assenza di vittorie, l’ultima Coppa Italia è stata vinta nel 2001 al crepuscolo della gestione Cecchi Gori, ma anche di tanti discorsi di ordine finanziario che hanno preso il posto degli obiettivi e delle scelte sportive (abbiamo un bacino di tifosi limitati… l’importante è l’equilibrio di bilancio… prima bisogna costruire le strutture… il gap con le grandi squadre è incolmabile…). Negli ultimi vent’anni, due proprietà, diverse praticamente in tutto, hanno dimostrato di vivere il calcio nello stesso modo, anteponendo, salvo alcuni momenti, il risultato economico a quello sportivo. Chi scrive, vive intensamente, da tutta una vita, le vicende della Fiorentina ed ha, sempre, iniziato una stagione calcistica con un obiettivo, a seconda degli scenari che si profilavano: quest’anno dobbiamo piazzarci nelle prime quattro… forse ce la facciamo ad entrare nelle coppe… mettiamoci in salvo il prima possibile.

Quest’orizzonte, che accompagna l’appassionato, è sparito dalle comunicazioni aziendali che, tutt’al più, regalano banalità del tipo intendiamo migliorarci… Alle proprietà che si succedono sembra bastare il mantenimento di una squadra di calcio, come se la semplice permanenza della società rechi quei vantaggi (mediatici? affaristici?) che ne hanno provocato l’acquisto. Il pubblico della Fiorentina è realistico, non si aspetta mecenati o follie economiche, ma una sana centralità dell’impresa sportiva, quella sì. Per il secondo anno consecutivo la Fiorentina è arrivata alle semifinali di Conference League, da giocare con il Club Brugge, e di Coppa Italia, venendo purtroppo eliminata dall’Atalanta. Se il campionato finisse oggi 1 maggio, sarebbe qualificata per la terza volta consecutiva alla Conference, consolidando un importante ranking europeo.

Tutto questo ci riporta alla domanda iniziale, quale è l’ambizione sportiva? Vincere un trofeo, innanzitutto. Rappresenterebbe l’affermazione di un nuovo protagonismo e, finalmente, una scossa di entusiasmo per tutti i nostri sostenitori che, soprattutto lontano da Firenze,  uscirebbero fuori con forza ed entusiasmo. In attesa che questo accada e rimandando i bilanci alla fine della stagione, è bene ricordare che la storia della Fiorentina non è quella di una semplice comparsa nel calcio nazionale ed europeo. In questo finale di stagione, che potrebbe essere esaltante, serve anche guardarsi un po’ indietro nella nostra storia. La Fiorentina ha disputato tutte le finali delle competizioni Uefa: la Coppa dei Campioni, nel 1956-1957; la Coppa delle Coppe nel 1960-1961 e nel 1961-1962; la Coppa Uefa nel 1989-1990; la Conference League nel 2022-2023. È l’unica squadra ad avere questo singolare primato, mentre altre quattordici, un insieme molto limitato, hanno raggiunto le tre finali una volta classiche (Coppa dei Campioni – Champions League, Coppa delle Coppe, Coppa Uefa – Europa League).

La semifinale con il Bruges (2 maggio a Firenze e l’8 in Belgio) è la nona semifinale di una competizione Uefa raggiunta dalla società gigliata. La prima fu, nel 1956-1957, in Coppa dei Campioni. I viola incrociarono la Stella Rossa, superandola a Belgrado (1-0) e pareggiando al ritorno (0-0) all’allora Comunale di Firenze. Nel 1960-1961 l’avversaria fu la Dinamo Zagabria, battuta nettamente (3-0) in casa e subendo una sconfitta innocua (1-2) al ritorno. L’anno successivo, sempre in Coppa delle Coppe, furono gli ungheresi dell’Újpest Dózsa a cedere il passo, con una doppia vittoria (2-0 a Firenze con doppietta di Hamrin e 1-0 a Budapest). Nel 1989-1990 è il Werder Brema il competitor in due accese semifinali di Coppa Uefa, con il passaggio in finale conquistato grazie alla regola della differenza reti in trasferta: 1-1 a Brema e 0-0 a Perugia – aspettando che lo stadio fosse “sistemato” per il campionato del mondo Italia90.

Nel 1996-1997 arrivò la prima delusione in semifinale di Coppa delle Coppe. Sfida prestigiosa con il Barcellona, illuminata dalla forza di Batistuta nel pareggio (1-1) dell’andata e corto circuito nervoso al ritorno con la sconfitta casalinga (0-2) e la contestazione all’arbitro svedese Frisk. Altra notte di sgomento nel 2007-2008 con l’avventura in Coppa Uefa conclusa con i calci di rigore sotto la Curva Ferrovia: in finale, dopo il doppio 0-0, ci andarono i Glasgow Rangers. La Coppa Uefa diventa Europa League e nel 2014-2015 la Fiorentina, eliminando la Dinamo Kiev, conquista la semifinale contro il Siviglia che, però, ci spazza via: 3-0 in Andalusia e 2-0 a Firenze. L’ultima pagina è freschissima, Conference League 2022-2023 Fiorentina-Basilea. L’andata è un harakiri al “Franchi” (1-2), rimediata in Svizzera con la vittoria ai tempi supplementari (3-1). In totale, la Fiorentina ha sostenuto otto semifinali Uefa superandole per cinque volte. È il momento di andare avanti.

Massimo Cervelli, commissione storia Museo Fiorentina