SIGNA – “Il nuovo ponte sull’Arno a Signa è ancora protagonista della campagna elettorale. Lo danno per fatto ogni volta che si va alle urne, lo tirano per la giacchetta, lo annunciano, lo fanno desiderare, poi però, scompare. E andrà così anche questa volta. Il Pd si sta specializzando in illusionismi”. A dirlo sono i candidati di Liberi e Uguali Alessia Petraglia (Senato, Toscana 1 nell’Uninominale e Toscana 1 nel Plurinominale, nella foto) e Filippo Fossati (Camera, Toscana 2 nell’Uninominale e Toscana 3 nel Plurinominale) che puntano il dito sullo stato dell’arte dell’infrastruttura.
“Nessun atto ministeriale sta ad indicare, ad oggi, che i fondi europei promessi per la realizzazione di un’opera tanto attesa siano stati stanziati, – aggiunge la Petraglia – i cittadini la “bramano” da tempo, come rimedio indispensabile per la difficile viabilità della zona, ma è un asso che esce dalla manica solo in occasione delle promesse elettorali. I programmi sono però ben altra cosa da un semplice annuncio da sbandierare al vento mentre si scorrazza in bici verso i Renai. Ci chiediamo, a questo punto, come mai l’allora presidente del consiglio, candidato del Pd nel mio stesso collegio, al momento dell’avvio della programmazione per il Fondi Europei 2014-2020 non si sia ricordato di Signa e del ponte sull’Arno”.
“La circolare applicativa per l’utilizzo dei fondi – dice Fossati – prevede che le opere relative a questi bilanci siano aggiudicate entro la fine del 2019. E quindi ci domandiamo come mai la progettualità non sia già in fase avanzata, visto che la legge regionale prevede il processo partecipativo per infrastrutture di tale portata, quindi il passaggio alle due fasi progettuali e gli atti di gara entro il 2019. Il ponte che sembrava potesse essere realizzato da Anas richiede, affinché l’opera sia considerata di rilievo nazionale, che la Strada Regionale 66 venga ripresa in consegna dal Ministero e trasformata in Statale e poi collegata con la Statale 67 tramite il ponte”.
“La viabilità di Signa richiede un importante intervento, perché reggere l’impatto di 24.000 veicoli al giorno non è cosa da poco – conclude la Petraglia – e la presenza del parco dei Renai mitiga l’impatto, ma se, come da ipotesi di tracciato prevista dal progetto preliminare, la nuova viabilità andasse a tagliare in due questo polmone verde, diventerebbe del tutto inutile. Si decidano, amministratori locali e governo e la smettano di illudere un territorio e i suoi abitanti. Le loro esigenze non possono essere più disattese, non sono ammessi ulteriori ritardi”.