Passione, tecnica e “polso fermo” per Elisabetta Volponi, campionessa di braccio di ferro

SESTO FIORENTINO – Ci vuole “polso”, ma anche determinazione. Per diventare campione di braccio di ferro devi sì seguire un costante allenamento, ma non devi avere il polso debole. “Deve essere un blocco unico – assicura Elisabetta Volponi – è il punto di partenza per questo sport”. A vederla così, Elisabetta Volponi, bionda ed esile […]

SESTO FIORENTINO – Ci vuole “polso”, ma anche determinazione. Per diventare campione di braccio di ferro devi sì seguire un costante allenamento, ma non devi avere il polso debole. “Deve essere un blocco unico – assicura Elisabetta Volponi – è il punto di partenza per questo sport”. A vederla così, Elisabetta Volponi, bionda ed esile non lo diresti mai, ma è campionessa di braccio di ferro. Uno sport che nell’immaginario collettivo sembra appartenere ad un mondo rude e maschile. Non è così. Sono tante le donne che praticano questa attività sportiva e come Elisabetta lo fanno allenandosi da sole ritagliando il tempo tra il lavoro e la famiglia. Elisabetta Volponi, 46 anni, un lavoro in un centro commerciale della zona, risiede a Sesto Fiorentino con il marito e i due figli di 12 e 3 anni. Sportiva da sempre, prima praticava l’atletica leggera, si è poi avvicinata al braccio di ferro e oggi sono molti i riconoscimenti che ha ricevuto tra cui quello di campionessa italiana nel 2011.

elisabetta volponi 2“Ho iniziato questo sport affascinante senza sapere che poteva essere una disciplina sportiva – racconta Elisabetta – poi ho scoperto che si poteva partecipare alle gare e la mia prima partecipazione risale al 2000. Mi alleno da sola, l’ho sempre fatto, tre volte la settimana per un’ora per volta, in palestra. Non ho mai avuto un personal training per questo sport, ho sperimentato e imparato la tecnica partecipando alle gare perché per il braccio di ferro non serve tanto la forza, ma occorre la tecnica che si costruisce provando e riprovando. Se avessi avuto i team come esistono nel Nord Italia forse avrei impiegato meno tempo nel raggiungere certi risultati. Qui in Toscana c’è un campione Daniele Sircana è di Livorno e insegna questa attività sportiva”. Giorni e giorni di allenamento e poi la gara si conclude in un attimo. “Sì, – aggiunge Elisabetta – devi essere pronta a partire e avere il polso come un blocco unico, se il polso è debole non si va. Mi alleno a tavolino con alcuni ragazzi, oppure con gli elastici, alla sbarra, insomma cerco di potenziare gli arti superiori. E pensare che avevo le braccia esili!”. L’unica attenzione è quella del peso. “Come in altri sport anche nel braccio di ferro siamo divisi per categorie di peso – spiega Elisabetta – e devo mantenermi nei 60 chilogrammi”. A praticare sport sono tutti nella famiglia di Elisabetta e anche il piccolo di casa è affascinato dalle esibizioni della mamma e ogni tanto la “sfida” a tavolino, tanto che anche lui sogna un giorno di poter praticare il braccio di ferro in modo agonistico. Uno sport “low cost” perchè non servono grandi investimenti, teoricamente serve un tavolino e un altro “braccio”, uno sfidante. Sì, bisogna essere in due per allenarsi, ma lo si può fare a tutte le età e sono sempre di più le donne che lo praticano. “Si avvicinano sempre di più le donne – assicura Elisabetta – che si trovano nell’ambiente perché mogli o fidanzate di atleti di questo settore, oppure che provengono da altre discipline sportive come la ginnastica artistica, è più difficile che provengono dal mondo del ballo”. Ci vuole polso, ma soprattutto determinazione passione. Ed quello che ci mette Elisabetta così travolgente quando parla di questo sport tanto che fa venire voglia di provarlo. “Se qualcuno vuole iniziare possono insegnarglielo – aggiunge – mi alleno alla palestra Millennium di Sesto Fiorentino”.

Elena Andreini