CAMPI BISENZIO – Si è improvvisamente riacceso il dibattito sulla tramvia a Campi Bisenzio. La notizia del possibile passaggio del tram in via San Giusto ha provocato infatti la reazione dei residenti in quella che è una delle due strade – l’altra è via Palagetta – che portano al centro del Comune per chi proviene da San Piero a Ponti: via San Giusto ha una larghezza di 5,60 metri, centimetro più, centimetro meno, e per questo nutrito gruppo di cittadini, circa trentacinque famiglie e due attività commerciali, è impensabile che la strada, con ogni probabilità compresi marciapiedi e parcheggi esistenti, sia attraversata da due binari della tramvia. Con il rischio concreto che il passaggio continuo dei tram sia a ridosso delle finestre delle camere da letto. Un “dissenso spontaneo” il loro, manifestato in modo evidente attraverso tutta una serie di striscioni che da giorni tappezzano balconi e finestre.
Non solo, uno di loro ha scritto una lettera alla nostra redazione, che pubblichiamo, in cui parla di “involuzione” e non di “evoluzione” ponendo al tempo stesso alcune domande:
Sono un figlio di Campi, qui sono cresciuto, in molti abitano in via San Giusto e via Masaccio da più di 50 anni, i miei genitori comprarono casa nel 1981, Campi non era ancora conosciuta, era “solo” la periferia estrema di Firenze. In via San Giusto ci giocavamo da bambini, sull’asfalto, con i pezzi di gesso, disegnavamo la pista per le macchinine, con la bici avanti e indietro, era una strada tranquilla non trafficata come adesso; il cambio delle viabilità ha fatto sì che diventasse una strada molto pericolosa. Oggi ci guardiamo negli occhi increduli per quello che il Comune di Campi vuole realizzare, quei bambini sono adesso uomini e donne che vivono e lavorano in questo tratto di strada e ancora oggi ci vivono tante famiglie che, come i miei genitori, hanno fatto sacrifici economici per acquistare casa a Campi. Ma adesso cosa ci resta? Solo il dispiacere di chi si sente tradito dal proprio territorio e dalle istituzioni. Traditi perché nessuno ha informato la popolazione di quello che doveva essere il reale progetto della linea 4.1 della tramvia, nessuno è stato chiamato a “decidere”, gli abitanti di piazza Aldo Moro si sono ribellati e hanno fatto bene, perché non si possono sacrificare famiglie intere e attività lavorative per meno di 1 chilometro di tramvia, per farla arrivare sotto il Comune di Campi, quale è la reale necessità? Questa è una vera e propria involuzione nella nostra vita. Sarà più sicura la viabilità nei tratti di via San Giusto e via Masaccio con il passaggio della tramvia? Quale sarà l’impatto di una tale infrastruttura sui cittadini e sugli immobili delle due strade? La vera evoluzione sarebbe quella di creare una mobilità di trasporto pubblico intermodale – bus elettrici, bici e anche la tramvia – ma che non provochi disagi ad alcun cittadino di Campi. Siamo amareggiati e delusi: dopo avere subito una tremenda alluvione, ci mancava anche questa storia della tramvia sulla porta di casa…
Lettera firmata
Della questione si è interessato anche il Pd campigiano: “Abbiamo incontrato, su loro richiesta, un nutrito gruppo di cittadini che abitano o hanno attività commerciali nei pressi di via San Giusto. Sono molto contrariati dalla scelta di far passare la tramvia da quel tratto stretto di strada a pochissima distanza da finestre e terrazze. Stravolgendo la viabilità sia durante i lavori che in esercizio. Sono soprattutto esterrefatti da come un simile cambiamento della loro vita sia stato comunicato semplicemente da un post sui social. Supporteremo le loro ragioni. Il tracciato originale, con modifiche molto meno impattanti, è a nostro avviso migliore. Siamo inoltre molto preoccupati che queste variazioni rendano più complesso l’iter dei lavori mettendo a rischio i finanziamenti ottenuti con tanto impegno”.