SESTO FIORENTINO – Non c’è dubbio che quella di oggi sia stata una giornata intensa per tutta Sesto. Con un fronte comune che si è mosso a favore del salvataggio e del rilancio del Museo di Doccia. “Vogliamo raggiungere in un tempo molto ragionevole, entro l’estate, l’obiettivo dell’acquisizione”: il ministro Franceschini lo ha ribadito più volte durante il pranzo offerto da Confindustria per sostenere il museo. Per concretizzare l’operazione il Mibac si avvarrà “di quella norma – ha spiegato il ministro – che consente di pagare le tasse che un’impresa o un privato devono allo Stato attraverso opere d’arte, mobili o immobili. Una norma dimenticata e rispristinata, di grande civiltà, intelligente perchè arricchisce il patrimonio dello Stato e risolve i problemi dei privati”. La parte restante, poi, sarà colmata “attraverso acquisizione”. Poi “insieme alle istituzioni locali e imprenditori, le associazioni, i privati, tutti coloro che potranno contribuire insomma, individueremo anche lo strumento giuridico per far proseguire in questa forma pubblico-privato nella gestione del museo”.
Da parte sua Confindustria Firenze ha raccolto 500.000 euro con la sua operazione di fundraising fra le aziende del territorio volta a sostenere la riapertura del Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino. L’associazione ha organizzato un pranzo, nell’ambito delle iniziative collaterali al G7 della cultura di Firenze: “Doccia – ha detto il presidente designato di Confindustria Firenze, Luigi Salvadori – è uno dei primi musei industriali italiani. una delle testimonianze più rilevanti della nostra manifattura e uno dei simboli del “bello” e “ben fatto” fiorentino. Ma da oggi, lo dico con orgoglio e gratitudine verso ognuno di voi, Doccia è l’esempio concreto di un territorio che torna a fare squadra. Fare squadra fra imprese, e fare squadra fra le imprese e le nostre istituzioni. Questo territorio, questa regione, sono ancora protagonisti di questa “golden economy”, fatta di beni culturali viventi”.
“La Regione Toscana, insieme al sistema istituzionale e ai privati, – ha detto Monica Barni, vice-presidente della Regione Toscana – è pronta a far sì che la sfida possa essere vinta per la riapertura di questo importantissimo museo dell’impresa e del lavoro. Ci sono moltissimi esempi in Europa di musei che si collegano a fabbriche che funzionano bene. Noi siamo sicuri che, per la rilevanza delle collezioni che sono presenti nel Museo di Doccia, tutto questo sia molto più facile per noi che altrove”.
Anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze è disposta a collaborare, insieme ad altri partner, alla ristrutturazione e alla rifunzionalizzazione del Museo di Doccia. Lo ha confermato il presidente Umberto Tombari, una volta appresa l’intenzione dello Stato di acquisire l’immobile e la collezione del museo. “Il nostro impegno a sostenere i lavori – ha detto Tombari – coinvolgendo auspicabilmente altri finanziatori del progetto, potrà ovviamente concretizzarsi solo dopo che il Museo e le collezioni siano entrate a far parte del patrimonio pubblico”.
(Fotografie Antonello Serino)