Mamme no inceneritore a Gianassi: “Il problema c’era già nel 2005”

SESTO FIORENTINO – Le Mamme no inceneritore intervengono sulla questione termovalorizzatore, rispondendo alla nota di Gianni Gianassi. L’ex sindaco di Sesto aveva scritto una riflessione, in quanto firmatario dell’accordo del 2005, dopo il parere positivo al rilascio, da parte della Conferenza di servizi, dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) per Case Passerini il 6 agosto scorso (qui […]

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SESTO FIORENTINO – Le Mamme no inceneritore intervengono sulla questione termovalorizzatore, rispondendo alla nota di Gianni Gianassi. L’ex sindaco di Sesto aveva scritto una riflessione, in quanto firmatario dell’accordo del 2005, dopo il parere positivo al rilascio, da parte della Conferenza di servizi, dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) per Case Passerini il 6 agosto scorso (qui l’articolo). Le Mamme no inceneritore contestano proprio il punto di partenza, l’accordo del 2005, ritenendo che già all’epoca la Vis (valutazione di impatto sanitario) aveva già posto alcune problematiche sulla realizzazione dell’impianto.

Nella lettera, di cui riportiamo sotto una parte sostanziosa, le Mamme no inceneritore sostengono che c’erano e ci sono ancora, a loro parere, soluzioni alternative al termovalorizzatore.

“L’ex sindaco di Sesto Gianni Gianassi, convinto incenerititorista da sempre, ha sentito la necessità di ricomparire pubblicamente riaffermando non solo la sua convinzione che ‘si possa usare, con le moderne tecnologie, la termodistruzione (…) e lo si possa fare anche a Firenze come fanno in tante grandi aree urbane del mondo’ ma dandoci una testimonianza diretta di come andarono le cose, visto che dell’inceneritore di Case Passerini è stato proprio uno dei fautori. Gianassi parte quindi dal ricordare come ben ‘quindici anni fa’ i sindaci cominciarono a porsi il problema di come affrontare la questione dei rifiuti e cita la Vis (valutazione di impatto sanitario) del 2005. Anche a noi piace partire da lì, perché vogliamo sfatare le mistificazioni che furono fatte e che, anche in questa occasione, vengono riproposte. Secondo Gianassi infatti la ‘Vis generò un report dove si rendeva compatibile un impianto di nuova generazione’ dove ‘l’impatto sarebbe stato modesto a patto della realizzazione di boschi con essenze capaci di metabolizzare una serie di composti chimici …soprattutto dei motori a scoppio’.
Secondo i comitati di allora ed i nuovi movimenti di oggi, come il nostro, si tratta di una mistificazione scorretta di quello che c’era scritto nella Vis.
Contrariamente a quanto sostiene Gianassi, vogliamo ricordare che a pag. 47 della Vis c’era scritto che ‘la quantità di sostanze inquinanti nell’ambiente aumenterà notevolmente in presenza del termovalorizzatore’. Lo studio in questione, che rilevava nella popolazione residente nella Piana eccessi di malattie legate all’inquinamento rispetto alle percentuali attendibili e superiori alla media provinciale, non si è mai espresso sulla ‘compatibilità’ dell’impianto, denunciando invece la grave situazione sanitaria in cui versava già quindici anni fa la Piana.
La Asl 10 infatti ha poi prescritto un ‘progetto di sorveglianza sugli esiti riproduttivi (aborti spontanei, nati pre-termine, malformazioni congenite) e sull’incidenza dei tumori nella popolazione residente’, ed un ‘controllo della contaminazione della catena alimentare da IPA, diossine e PCB, metalli pesanti’.
Furono quindi tutt’altro che rassicuranti le conclusioni della Vis sulla posizione di un inceneritore in una zona già altamente provata, dove c’erano, già allora, una discarica, industrie, centri commerciali ed autostrada. Pensare che il boschetto potesse/⁠possa davvero mitigare cadmio, arsenico, ammoniaca, diossine e polveri sottili provenienti dalle ciminiere dell’impianto è quantomeno superficiale se non addirittura imbarazzante. Quella mistificazione, che è stata perpetrata a partire dalla creazione e dall’uso del termine improprio termovalorizzatore, è stata portata avanti anche nelle campagne elettorali. E fu grave, se pensiamo che Gianassi, allora sindaco, aveva la responsabilità della salute dei suoi cittadini. I comitati di allora ed i piani alternativi non furono tenuti in seria considerazione.
Oggi Gianassi torna sull’argomento inceneritore e riconferma la sua posizione, senza capire che i tempi sono profondamente mutati: a partire dalla riduzione dei rifiuti, da un aggravamento degli inquinanti nella piana, dalle nuove direttive europee che spingono verso un’economia circolare (mentre l’inceneritore non chiude il cerchio dei rifiuti), dalle già sperimentate buone pratiche in altre province che potrebbero essere attuate anche a Firenze”.