CALENZANO – Sul nuovo statuto comunale approvato dal Consiglio, interviene il Movimento 5 Stelle che, dice in una nota, aveva presentato alcuni emendamenti in alcuni casi approvati altri respinti.
“Gli emendamenti importanti sul nucleare – si legge nella nota – che chiedeva di specificare nello statuto: il Comune di Calenzano ripudia l’utilizzo e lo sviluppo di fonti energetiche di origine nucleare e quello sull’acqua pubblica che chiedeva di inserire nello statuto: il Comune Di Calenzano riconosce l’acqua , quale patrimonio dell’umanità, diritto inalienabile di ogni essere vivente, esso deve essere un servizio pubblico locale, privo di rilevanza economica e fondamentale per garantirne l’accesso a tutti i cittadini. Sono stati entrambi bocciati e francamente non se ne capisce il perché; tutto lascia presupporre che la scalata che sta subendo Publiacqua da parte di Suez (multinazionale francese della acque) sia in tutti i modi da non intralciare”.
Per il M5S “il rischio è quello di ritrovarsi ostaggio di aziende private che gestiscono un bene primario per la vita stessa”.
Secondo il M5S “la giunta Calenzanese è perfettamente in linea con il governo Renzi, che proprio nei giorni scorsi ha fatto votare e passare alcuni emendamenti presentati dal partito democratico, che tolgono dalla costituzione l’obbligo della gestione pubblica dell’acqua”(di fatto annullando l’esito del referendum del 2011 dove la maggioranza degli italiani aveva deciso che l’acqua deve rimanere pubblica); tali emendamenti contrastano nettamente con il tentativo di arrampicata sugli specchi del sindaco Biagioli, che in consiglio ha risposto: “in Italia l’acqua è pubblica per legge”; per poi proseguire dicendo: “ è la distribuzione che eventualmente diventa privata”.
Altro punto segnalato dal M5S “è l’abbassamento del quorum sui referendum comunali, visto il calo di affluenza alle urne – si legge nella nota – in atto negli ultimi anni, il m5s aveva chiesto che il quorum fosse abbassato al 30% degli aventi diritto al voto, secondo il principio per cui decide chi si interessa e va a votare, senza premiare chi invece si disinteressa andando al mare. Dopo una trattativa in commissione, il punto è passato con l’abbassamento del quorum dal 50% più uno al 40%”.