FIRENZE – Non c’è dubbio che quella di oggi sarà una giornata che Firenze non dimenticherà mai. La giornata del dolore e del ricordo. L’ultimo saluto, anzi il tributo a Davide Astori ha fatto in modo che Firenze, il mondo del calcio, ognuno di noi fosse sopraffatto dall’emozione. Emozione che proviamo a trasmettere ai nostri lettori in modo molto semplice: per immagini e con le parole di Milan Badelj (che all’interno della basilica di Santa Croce ha parlato a nome di tutta la squadra) e di Gabriel Batistuta, che dall’Argentina ha inviato una lettera all’Ansa.
“Parlo a nome di tutta la squadra. Un uomo vero, con il tuo sguardo sei entrato in tutti noi. Ci hai parlato sempre con il cuore, tenendoci uniti, hai incitato noi vecchi – ha detto un emozionato Badelj – e indicato la via ai giovani. I tuoi genitori devono sapere che non hanno sbagliato nulla. Saresti il figlio o il fratello che tutti vorrebbero avere, se potessero scegliere. Ci fai sentire sicuri sempre, non dimenticheremo mai il tuo sorriso. Tu sei il calcio, quello puro dei bambini. Come ti piaceva definirti designer di fama internazionale, e calciatore nel tempo libero. Il nostro pensiero va ai genitori, a tua figlia, a cui piace l’uva come a te. Sei un uomo con la U maiuscola. Al mattino quando arrivavi nella stanza della fisioterapia, eri sempre tu ad accendere la luce, tu sei LUCE, per tutti noi”.
“Sono dall’altra parte del mondo – queste le parole di Batistuta – ma vorrei essere a Firenze per dare l’ultimo saluto a Davide, insieme alla mia gente. Quando a Reconquista è arrivata la terribile notizia del decesso del nostro capitano, ho avuto la stessa vostra reazione: sono rimasto choccato, senza parole. Per la morte con c’è mai risposta, ma stavolta è stata pazzesca. Un calciatore che muore dormendo è qualcosa di incredibile, inspiegabile, inaccettabile. Un trauma che colpisce una comunità, in particolare il nostro mondo. Ora avremo due capitani: Antognoni e lui. Non conoscevo di persona Davide ma i miei amici fiorentini mi avevano sempre presentato uno splendido ritratto di lui. In campo parlavano classe e bravura, fuori lo spessore era ancora più alto. Mi raccontano che fosse sempre impegnato sul fronte della solidarietà e della beneficenza. Nello spogliatoio un leader silenzioso, ma determinato. Davide era un esempio assoluto. La Fiorentina aveva fatto bene ad affidargli la fascia perché Davide prima di tutto era un uomo vero. E per me questo nella vita resta l’elemento decisivo. Ho sempre pensato che la storia viola avesse un solo capitano, il mio fraterno amico Giancarlo Antognoni. D’ora in poi ne avrà due, per sempre. Cerchiamo di onorare al meglio la memoria di Davide e soffochiamo di affetto Francesca, Vittoria e i suoi familiari. Un abbraccio a tutta la Fiorentina e un bacione a Firenze”.
(Fotografie Roberto Vicario)