SESTO FIORENTINO – Una patina nera si è depositata su 690 opere in gesso custodite nell’Archivio della ceramica sestese di via Tevere all’Osmannoro. In quei locali distanti dal centro cittadino, erano immagazzinate le opere, gli spolveri, i modelli in gesso, un patrimonio locale importante. Una notte di febbraio del 2011 si verificò un incendio nell’edificio adiacente al magazzino e danneggiò anche un notevole gruppo di opere dell’Archivio. Adesso quelle opere annerite e danneggiate verranno recuperate, ripulite e ritorneranno ad essere utilizzate. La nuova collocazione dell’Archivio, nei locali comunali (ex cantiere comunale) di via Savonarola 37, ha permesso una maggiore visione del patrimonio artistico e artigianale e una migliore disposizione delle opere oltre che una organizzazione degli spazi. In uno di questi, un laboratorio, i tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze verranno a lavorare alla ripulitura delle opere danneggiate da quell’incendio.
E’ quanto stabilito da una convenzione tra l’Opificio e il Comune di Sesto per il restauro e la valorizzazione delle opere dell’Archivio della Ceramica Sestese. Oggetto del restauro saranno le 390 opere della Collezione Fantechi, il nucleo più consistente tra quelle danneggiate e considerato di particolare interesse storico. La giunta, nell’ultima seduta, ha approvato i termini dell’operazione, che non graverà sulle casse comunali perché verrà finanziata con il risarcimento della polizza assicurativa a copertura dei danni alle opere. I tecnici dell’Opificio effettueranno i lavori in un laboratorio attrezzato all’interno dei nuovi locali di via Savonarola, e le varie fasi dell’intervento saranno aperte agli studenti che vorranno recarsi in visita alla struttura. Sarà dunque anche un’opportunità per valorizzare e promuovere la tradizione ceramica sestese, coinvolgendo un istituto di fama internazionale nel campo del restauro come l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Foto gallery del Comune di Sesto Fiorentino