CALENZANO – Referendum costituzionale: la Lega Nord dà appuntamento a simpatizzanti e militanti a Calenzano. Giovedì 3 novembre alle 21, al Delta Florence, “parleremo di questa riforma e delle riforme che abbiamo in mente”, afferma Lorenzo Somigli (nella foto), coordinatore comitati del No Lega Nord Firenze. Somigli poi entra nel merito della questione: “Non possiamo ignorare questa fatidica data perché la Costituzione ci definisce come cittadini sia come singoli sia collettivamente; allo stesso modo non possiamo ignorare quali modifiche potrebbe subire quella che è la “casa comune” di tutti gli italiani, modifiche nocive perché non risolvono le criticità del sistema e molto spesso rischiano di aggravarle. Ho scelto tre aspetti rilevanti della riforma che mi portano a essere contrario”:
“Il Parlamento perde le due funzioni di notevole rilievo, funzioni che contraddistinguono un organo legislativo in una democrazia liberale. Perde il potere di controllo sull’operato dell’esecutivo perché una delle due camere sarebbe controllata con un’ampia maggioranza da un partito pur minoritario grazie agli artifici distorsivi del voto della legge elettorale, mentre l’altra camera sarebbe nominata dai consigli regionali; perde la rappresentatività degli elettori perché una delle due camere, il Senato non sarebbe più eletta dal popolo, perché non sarà un’elezione indiretta. Il risultato è un parlamento snaturato poiché meno rappresentativo: questa è una controriforma”.
“Una riforma che modifica un terzo degli articoli della Costituzione ossia quarantasette, per di più provenienti da parti differenti del testo, non può lacerare il Paese; la Costituzione, secondo la più autorevole tradizione giuridica, a partire da Kelsen, rappresenta e incarna il patto fondativo della nazione. Una Costituzione che si definisce tale non può portare a un conflitto permanente tra le autonomie locali e lo Stato centrale, tra due rami di un organo rappresentativo. Una riforma che casa comune è una controriforma”.
“La riforma viola la sovranità popolare in aperto contrasto con la sentenza numero 1 del 2014 nella quale si afferma che la volontà dei cittadini espressa attraverso il voto costituisce il principale strumento di manifestazione della sovranità stessa perché crea un Senato non eletto (si vota meno) e riduce gli spazi di democrazia perché triplica le firme necessarie a presentare una legge di iniziativa popolare, da 50.000 a 150.000 (occorre di più per far sentire la propria voce). Decideremo meno, parteciperemo meno, avremo meno potere: questa è una controriforma”.