“Le storie che non conoscevamo”: il maresciallo Fondi e il “vagone volante”

SIGNA – “Non si hanno ancora notizie, fino a questo momento, dell’aereo C119 della 46° aerobrigata, che come segnalato con precedente comunicato, era partito da Pisa il giorno 11 per un normale volo di avvicendamento dei nostri equipaggi dislocati nel Congo a disposizione delle Nazioni Unite”. Scriveva così il quotidiano La Nazione, a firma di […]

SIGNA – “Non si hanno ancora notizie, fino a questo momento, dell’aereo C119 della 46° aerobrigata, che come segnalato con precedente comunicato, era partito da Pisa il giorno 11 per un normale volo di avvicendamento dei nostri equipaggi dislocati nel Congo a disposizione delle Nazioni Unite”. Scriveva così il quotidiano La Nazione, a firma di Paolo Bugialli, il 20 novembre 1961. Tre giorni prima, infatti, il 17 novembre, si erano perse le tracce dell’aereo italiano che era in servizio per le Nazioni Unite. Aereo a bordo del quale c’era anche il maresciallo dell’Aviazione Militare Tommaso Fondi (nella foto), originario di San Piero a Ponti, salito solo all’ultimo momento al posto di un collega infortunato (non si era vaccinato?) su quello che, come riportano le cronache dell’epoca, era definito come “vagone volante”. “Nessuna traccia del vagone volante” era infatti anche il titolo dell’articolo pubblicato sul quotidiano fiorentino in quel novembre di 57 anni fa. Fra l’altro, fra pochi giorni ricorre anche l’anniversario della nascita di Fondi (il 2 novembre 1919) mentre a riportare alla luce la sua storia è stato Vito Gentile, membro del comitato scientifico della Pro loco di Signa e da sempre appassionato di ricerche storiche. “Scrivo – dice Gentile – per non dimenticare la figura di un uomo che ha sacrificato la propria vita per la pace sotto la “bandiera” delle Nazioni Unite. Quel novembre del 1961 fu un mese tragico per la 46° Brigata Aerea, che perse complessivamente 17 uomini. A Signa, fra l’altro, esiste un “monumento naturale” per ricordarli: si tratta dei giardini prospicienti il Villaggio Artigiano dove, nei primi giorni di dicembre di quell’anno, furono piantati dei cipressi, da un’idea del maestro Leopoldo Fantozzi, in onore di tutti gli aviatori morti e in particolare del maresciallo Tommaso Fondi”. Fondi, insieme agli altri sei componenti dell’equipaggio e ad alcuni funzionari delle Nazioni Unite, risulta deceduto per un incidente di volo lungo la tratta Kakunguwi Rasulu, sul lago Tanganica, al confine fra Congo e Ruanda. E per questo è stato insignito della Croce Commemorativa con Nastrino e Diploma dell’Onu con la seguente motivazione: “Deceduto nell’adempimento del proprio dovere in missioni militari di pace presso la forza delle Nazioni Unite in Congo”. Fatto sta che quell’incidente aereo potrebbe essere stato causato dal lancio di un missile. E nel novembre di tre anni fa, in occasione della cerimonia dedicata ai caduti militari e civili delle missioni internazionali per la pace che si è svolta a Firenze, il Comune di Signa, rappresentato nell’occasione dall’assessore Giampiero Fossi, volle ricordare in modo particolare “il nostro concittadino Tommaso Fondi, morto il 17 novembre 1961 sul lago Tanganica durante una missione di pace dell’Onu. I principi di solidarietà e democrazia portati ovunque, anche a costo della vita, dai soldati e dall’esercito italiano – scriveva Fossi – rappresentano un esempio per chi crede in un mondo senza guerre e per chi crede che la miglior difesa della propria terra stia proprio nell’aiutare gli altri a vivere bene nella propria”.