La stanza segreta di Michelangelo aperta anche nel mese di agosto

FIRENZE – Porte aperte dal 1 agosto in poi per quella che è stata chiamata la “Stanza segreta di Michelangelo”, situata sotto la Sagrestia Nuova del Museo delle Cappelle medicee a Firenze, contenente i disegni attribuiti al Buonarroti. A esprimere parere positivo il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano rispetto alla decisione di Massimo Osanna, direttore […]

FIRENZE – Porte aperte dal 1 agosto in poi per quella che è stata chiamata la “Stanza segreta di Michelangelo”, situata sotto la Sagrestia Nuova del Museo delle Cappelle medicee a Firenze, contenente i disegni attribuiti al Buonarroti. A esprimere parere positivo il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano rispetto alla decisione di Massimo Osanna, direttore generale musei del Mic e direttore avocante dei Musei del Bargello di cui fanno parte le Cappelle medicee “dati i riscontri positivi del monitoraggio ambientale condotto nei primi sette mesi e mezzo di apertura continuativa” del piccolo ambiente, aperto per la prima volta ai visitatori in maniera continuativa a partire dal 15 novembre scorso dopo quasi 50 anni dalla sua scoperta. Sarà possibile prenotare le visite a partire da martedì 2 luglio e si potrà accedere al piccolo spazio a gruppi contingentati di massimo 4 persone alla volta per ammirare una serie di disegni scoperti nel 1975 dall’allora direttore Paolo Dal Poggetto.

Quest’ultimo ipotizzò che Michelangelo avesse trovato rifugio nella stanza nel 1530, quando il priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo protesse dalla vendetta del papa Clemente VII, infuriato perché l’artista – durante il periodo in cui i Medici furono cacciati dalla città – aveva militato come supervisore delle fortificazioni durante il breve periodo di governo repubblicano (1527-1530). Ottenuto il perdono della famiglia, dopo circa due mesi Michelangelo tornò libero e riprese i suoi incarichi fiorentini, fino a quando nel 1534 abbandonò definitivamente la città alla volta di Roma. I disegni, ancora oggetto di studio da parte della critica, secondo la tesi di Dal Poggetto, furono realizzati durante il periodo in cui l’artista trovò rifugio nella stanza e avrebbe utilizzato i muri come una sorta di sketchbook, per “abbozzare” alcuni suoi progetti. “Il patrimonio dei musei statali deve essere accessibile, – ha commentato Osanna – è con questa convinzione che abbiamo deciso di continuare a dare ai visitatori la possibilità di godere, da vicino, di questo piccolo, straordinario ambiente. Grazie al continuo e costante monitoraggio portato avanti dal team dei Musei del Bargello insieme con i restauratori dell’Opificio delle Pietre dure, e dalle rassicurazioni che giungono dal loro lavoro, proseguiamo con l’offerta di questa esperienza di visita: una possibilità unica al mondo, che ha suscitato in questi mesi un interesse straordinario”.

Sara Coseglia