La sedentarietà in Italia: un campanello d’allarme per la salute pubblica

CAMPI BISENZIO – L’Italia, nota per le sue bellezze naturali, il cibo squisito e la storia millenaria, sta affrontando una crisi silenziosa, quella della sedentarietà. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), infatti, il nostro paese si colloca al quarto posto tra i paesi OCSE per sedentarietà tra gli adulti e primo […]

CAMPI BISENZIO – L’Italia, nota per le sue bellezze naturali, il cibo squisito e la storia millenaria, sta affrontando una crisi silenziosa, quella della sedentarietà. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), infatti, il nostro paese si colloca al quarto posto tra i paesi OCSE per sedentarietà tra gli adulti e primo tra i bambini. Queste statistiche sono allarmanti, soprattutto in un paese che ha una ricca storia di sport e attività fisica. Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano 150 minuti di attività fisica a settimana per gli adulti e 60 minuti al giorno per i bambini e adolescenti. Incredibilmente, il 44,8% degli adulti italiani non raggiunge questa soglia, così come il 94,5% dei bambini tra gli 11 e i 15 anni. Questa sedentarietà ha radici culturali, con una mancanza di motivazione tra i cittadini, una percezione distorta della propria attività fisica e una forte influenza familiare sulla pratica sportiva.

La sedentarietà non è solo una questione di mancanza di movimento. Ha gravi ripercussioni sulla salute pubblica, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e diversi tipi di tumori. L’Istituto Superiore di Sanità collega la sedentarietà al 9% delle malattie cardiovascolari e all’11% dei casi di diabete di tipo 2. Inoltre, questa condizione è stata identificata come causa del 16% dei casi di tumore al seno e del 16% dei casi di tumore al colon-retto. Se guardiamo alle cifre, la sedentarietà ha causato la perdita di 271mila anni di vita in buona salute nel solo 2019, un aumento del 2% rispetto al 1990. Purtroppo, è anche il quarto fattore di rischio comportamentale che causa la morte in Italia, con 18.400 decessi nel 2019, un aumento del 14% rispetto a 30 anni fa.

Dal punto di vista economico, i costi sanitari legati alla sedentarietà sono enormi, con una stima di 3,8 miliardi di Euro nel 2019. Promuovere un’attività fisica regolare potrebbe non solo migliorare la salute pubblica ma anche liberare risorse economiche, evitando costi sanitari fino a 900 milioni di Euro ogni anno. È qui che entra in gioco l’iniziativa congiunta tra Hidron e gli Ambulatori della Misericordia. Mentre Hidron si impegna nella prevenzione, offrendo servizi legati allo sport, al fitness e al movimento, gli Ambulatori della Misericordia si dedicano alla cura, fornendo servizi di diagnostica e visite specialistiche di alta qualità. Questa sinergia mira a integrare prevenzione e cura, promuovendo uno stile di vita sano e attivo per combattere la crescente epidemia di sedentarietà.

La ricerca ha dimostrato che l’attività fisica non solo migliora la salute fisica, ma anche quella mentale. Dai giovani ai più anziani, lo sport può migliorare le prestazioni scolastiche, l’umore, la resistenza allo stress e persino prevenire malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. In conclusione, mentre la sedentarietà rimane un grave problema in Italia, con iniziative come quella di Hidron e degli Ambulatori della Misericordia, c’è speranza. Con un impegno collettivo per promuovere uno stile di vita attivo e sano, l’Italia può cambiare rotta e diventare un modello di salute e benessere per il resto del mondo.