“La lotta alle disuguaglianze alla base del nostro programma”: Rifondazione Comunista, Francesco Draghi è il candidato sindaco

SIGNA – Sono quattro i candidati a sindaco alle elezioni amministrative dei prossimi 8 e 9 giugno. Sulle schede elettorali, infatti, ci sarà anche il simbolo di Rifondazione Comunista, partito che sosterrà il nome di Francesco Draghi (al centro nella foto). Cosa l’ha spinta ad accettare la candidatura e allo stesso tempo a tornare in […]

SIGNA – Sono quattro i candidati a sindaco alle elezioni amministrative dei prossimi 8 e 9 giugno. Sulle schede elettorali, infatti, ci sarà anche il simbolo di Rifondazione Comunista, partito che sosterrà il nome di Francesco Draghi (al centro nella foto).

Cosa l’ha spinta ad accettare la candidatura e allo stesso tempo a tornare in campo?

“Per noi di Rifondazione Comunista la politica non è una questione personale, ma collettiva. E siamo tutti sempre in campo. La candidatura del sottoscritto è espressione di sia di questo modo di concepire la politica, sia nella lunga militanza prima nel PCI poi nel PRC in diversi ruoli di direzione politica e nell’amministrazione pubblica”.

Che ruolo può ritagliarsi il suo partito alle prossime elezioni amministrative?

“Il ruolo che vogliamo assumere, non tanto “ritagliarci”, è quello di dare voce a coloro che non arrivano alla fine del mese, o ci arrivano con fatica, o pure arrivandoci sono vittime, e non uso questo termine a caso, della “legge” del mercato, più spietata di quella della jungla, come sta a dimostrarci il caso emblematico della Gkn. E si badi bene, questa condizione non riguarda solo il lavoro dipendente. Fra il 2010 e il 2023 a Signa hanno cessato l’attività 1.961 imprese individuali e ne sono state iscritte 1.364 con un saldo negativo di 597. In questo arco di tempo tutti gli anni hanno registrato un tasso negativo, da un minimo di -6 nel 2010 a un massimo di -108 nel 2023. Spesso il lavoro “indipendente” è solo un’altra forma di precariato al pari dei contratti di lavoro a tempo determinato”.

Quali saranno i punti chiave del suo programma?

“Il nostro programma è in corso di redazione, in ogni caso si baserà sui presupposti indicati in precedenza, mi limito a indicarne tre: lotta alle disuguaglianze sulla base di quanto stabilito dall’articolo 3 della nostra costituzione, “E’ compito della della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale …“; e i Comuni sono parte costituente della Repubblica, come stabilisce il successivo articolo 114; tutela del lavoro in tutte le sue forme sulla base dell’articolo 35 della Costituzione, ciò significa operare nell’ambito dell’affidamento di appalti per la costruzione di opere o la gestione dei servizi garantendo la sicurezza dei lavoratori e il buon lavoro; tutela del territorio, dell’ambiente, del paesaggio, sempre sulla base della Costituzione in questo caso l’articolo 9, operando sul piano della pianificazione e della programmazione urbanistica per garantire elementari diritti (primo fra questi quello alla casa), la sicurezza dei cittadini, la mobilità, il giusto utile d’impresa senza alcuna sudditanza alla rendita di posizione”.

Cosa ne pensa della scelta fatta da alcuni ex esponenti di Rifondazione che hanno aderito al progetto di Monia Catalano?

“Niente. In politica esistono le scelte individuali e le scelte collettive. Noi abbiamo fatto una scelta collettiva, approvata dal direttivo del circolo territoriale con 10 voti contro 1, loro hanno fatto scelte individuali, legittime ma del tutto personali. Il tutto è poi quantificabile per il PRC nella perdita di un iscritto”.