SESTO FIORENTINO – Una vera e propria bufera quella che si è abbattuta nella giornata di ieri sul calcio dilettantistico della nostra regione. Nell’ambito di un’inchiesta della Squadra mobile di Prato, infatti, il presidente del Prato Calcio Paolo Toccafondi è stato raggiunto da una misura cautelare, insieme ad altre tre persone, al termine di un’inchiesta portata avanti dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli con la supervisione del procuratore Giuseppe Nicolosi. Le accuse sono di aver favorito l’arrivo in Italia illegale di giovani calciatori extracomunitari, attraverso la produzione di documenti falsi e di aver alterato i risultati di alcune partite dei campionati di Lega Pro, Eccellenza e Promozione. In totale sono 11 le partite di campionato finite nel mirino degli inquirenti. Oltre a Toccafondi la misura cautelare è stata notificata anche al presidente della Sestese, Filippo Giusti, a un procuratore e a una donna ivoriana. A Toccafondi è stata interdetta la gestione del Prato Calcio, la donna ivoriana è stata portata in carcere mentre il presidente della Sestese e il procuratore sono adesso agli arresti domiciliari. Ci sono poi undici indagati, fra i quali alcuni calciatori. Le perquisizioni in corso da ieri riguardano anche arbitri e dirigenti di altre società sportive, con accertamenti in corso su due squadre di serie A, una di di B e una di Lega Pro. Secondo la Procura, Toccafondi e gli altri arrestati avrebbero fatto entrare in maniera illegale giovani calciatori dalla Costa d’Avorio con falsi documenti, in modo da sfruttare i ricongiungimenti familiari, in realtà fittizi, In questo modo avrebbero aggirato le norme Fifa sul tesseramento di giovani extracomunitari. L’operazione – a quanto si apprende – è nata da una indagine su un sospetto caso di immigrazione clandestina, che ha fatto emergere una serie di illeciti di varia natura.
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(Notizia in aggiornamento)