Il lupo è arrivato nella Piana? Sul Montalbano sicuramente

SIGNA – Il lupo è arrivato nella Piana? L’articolo pubblicato ieri sul ritrovamento di una carcassa di pecora nella zona di via Ponte alle Palle, al confine tra Lecore e Sant’Angelo a Lecore, e della possibile presenza di lupi nei nostri territori ha provocato diverse reazioni. Alcune, mi sia consentito, anche un po’ troppo facilmente […]

SIGNA – Il lupo è arrivato nella Piana? L’articolo pubblicato ieri sul ritrovamento di una carcassa di pecora nella zona di via Ponte alle Palle, al confine tra Lecore e Sant’Angelo a Lecore, e della possibile presenza di lupi nei nostri territori ha provocato diverse reazioni. Alcune, mi sia consentito, anche un po’ troppo facilmente ironiche. Dell’argomento lupo e della possibilità concreta che qualche esemplare si sia spinto nella Piana, ne abbiamo parlato con Federico Vinattieri, allevatore, cinologo e titolare dell’allevamento di Fossombrone.

Un fatto è stato appurato, il lupo è arrivato sul Montalbano. Testimonianze di alcuni pastori del posto lo dimostrano e, inoltre, nella zona di San Martino in Campo e in tutta la zona che va da Artimino ai boschi de Il Pinone, ci sono stati attacchi a capre, pecore e agnelli, che lasciano spazio a pochi dubbi. Ma essendo il Montalbano una sorta di “Monte Isola”, delimitato da un fronte dalle cittadine di Empoli, Limite e Capraia, dall’altra dai vari paesi delle province di Prato e di Pistoia, da dove possono essere arrivati i lupi? Forse la risposta è da cercarsi nella striscia di monte la cui parte boschiva si collega a Serravalle Pistoiese e così via fino ai confini con l’Emilia Romagna, dove c’è il Parco Regionale del Corno alle Scale, che è la via più veloce per accedere a tutto l’Appennino centrale. Un corridoio perfetto, costituito da fitti boschi e macchia mediterranea, habitat ideale per il lupo. Sul fatto che siano state travate tracce della presenza del lupo nella zona fra Signa e Campi Bisenzio, non è certo impossibile, ma personalmente sono molto scettico su questo fatto. Molto più probabile che si tratti di cani randagi, oppure di ibridi, ossia di “incroci accidentali” fra cani domestici e lupi selvatici, che sono molto più frequenti di quanto di possa pensare. Ibridi che rispecchiano quasi nella totalità l’aspetto del Canis lupus italicus, perché si sà, in genetica, il fenotipo ancestrale domina quasi sempre in prima generazione. Il lupo ha una vita sociale molto equilibrata e ha comportamenti e abitudini abbastanza prevedibili. Il lupo ha un proverbiale carattere schivo e riservato e non si addentrerebbe mai nei centri abitati o trafficati, senza avere una via di fuga certa e abitudinaria. Ripeto, non è impossibile, ma piuttosto improbabile che si addentri fino al territorio in questione, una zona priva di nascondigli o di accessi diretti sicuri ai monti circostanti. Se ciò fosse provato, sarebbe la prima volta, in quanto, che io sappia, non esiste documentazione storica di avvistamenti in questa area. Tengo a precisare, come più volte ho scritto in molti miei articoli, che esistono molti metodi per ovviare al “problema lupo”: serve assolutamente il ripristino su larga scala dei “cani da guardiania”, come il cane da Pastore Maremmano Abruzzese, nostro antico ausiliare, che fungono da veri e propri strumenti di difesa per le greggi ed evitano le tanto temute perdite; e, allo stesso tempo, servono recinzioni che possano impedire l’accesso dei branchi di lupi nelle zone adibite al pascolo. Precauzioni costose, non lo metto in dubbio, ma necessarie se si vuole intraprendere questa attività. Questi due provvedimenti bastano per tenere alla larga il lupo e per non dover ricorrere ad assurdi metodi drastici per fronteggiare questa problematica, come l’abbattimento preventivo o come l’autodifesa per mezzo di trappole o fucili, metodi assolutamente inutili e ripudiati da chiunque abbia studiato un minimo l’etologia di questa specie.
Non bisogna mai dimenticare che non è il lupo a invadere i nostri territori, ma siamo noi ad avere invaso i suoi;  il suo, pertanto, è da considerarsi solo un legittimo “ritorno a casa”, e non un “assedio” o una “invasione”, come talvolta viene erroneamente affermato.

Federico Vinattieri, allevatore, cinologo e titolare dell’allevamento di Fossombrone

Qui di seguito l’orma fotografata in via Ponte alle Palle e inviata alla nostra redazione, messa a confronto con quelle pubblicate su un libro.