“Il libro del rifugio” – Firenze, rialzati… Vista dall’alto sei ancora più bella

FIRENZE – “Firenze stanotte sei bella in un manto di stelle… Che in cielo risplendono tremule come fiammelle”: recita così “Firenze sogna”, brano musicale che ha contribuito e non poco a far conoscere la città in tutto il mondo. Scritta da Cesare Cesarini nel 1939 e cantata, fra gli altri, da Carlo Buti, racconta alla perfezione […]

FIRENZE – “Firenze stanotte sei bella in un manto di stelle… Che in cielo risplendono tremule come fiammelle”: recita così “Firenze sogna”, brano musicale che ha contribuito e non poco a far conoscere la città in tutto il mondo. Scritta da Cesare Cesarini nel 1939 e cantata, fra gli altri, da Carlo Buti, racconta alla perfezione quello che è Firenze in parole e musica. Composta alla vigilia di anni bui per tutta l’Italia, anni in cui il nostro paese ha saputo risalire la china. Anni in cui Firenze ha sempre recitato la propria parte. E anche se le immagini racchiuse nel video di Florence Tv (che grazie all’uso del drone, alle riprese e al montaggio di Leonardo Conti realizza sempre prodotti di qualità e che trovate nel link qui di seguito) sono state fatte di giorno, la Firenze vista dall’alto che in questo caso si specchia nei nostri occhi dà gioco forza un’immagine di sé surreale, quasi spettrale. I viali deserti, quei viali che in una normale giornata lavorativa pulsano di rumore e di vita. Piazza della Libertà che, sempre dall’alto, appare come una sorta di compasso che nessuno però può usare. Così, accanto alla Piana, dove soprattutto la sera il silenzio “rimbomba” e in questo anomalo inizio di primavera si sentono comunque i cinguettii degli uccelli, c’è la città a formare quella “grande Firenze” auspicata da tanti e ora accomunata dalle strade deserte. Ma Firenze, inteso come tutto il territorio fiorentino, ha sempre saputo dare grandi lezioni di civiltà. In tutti gli ambiti in cui è stata chiamata a farlo. Volontariato, lavoro, sport, politica. E, ne siamo sicuri, lo farà anche questa volta. Perché, come diceva Giorgio La Pira, che della Firenze che “vale” ne è stato un fulgido esempio, “c’è una primavera che si prepara in questo inverno”.

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