Il consiglio comunale dice sì all’adozione di Piano strutturale e Piano operativo. “Due strumenti urbanistici moderni”

SIGNA – Lavoro, sicurezza idraulica, ambiente, mobilità e infrastrutture: queste le parole chiave del Piano strutturale del Piano operativo comunale appena adottati dal consiglio comunale e presentati ufficialmente dal sindaco Giampiero Fossi, dall’assessore all’urbanistica Andrea Di Natale e dal funzionario comunale Filippo Falaschi. Due strumenti urbanistici – con riferimento in particolare al Piano strutturale, quello […]

SIGNA – Lavoro, sicurezza idraulica, ambiente, mobilità e infrastrutture: queste le parole chiave del Piano strutturale del Piano operativo comunale appena adottati dal consiglio comunale e presentati ufficialmente dal sindaco Giampiero Fossi, dall’assessore all’urbanistica Andrea Di Natale e dal funzionario comunale Filippo Falaschi. Due strumenti urbanistici – con riferimento in particolare al Piano strutturale, quello più a lunga visione – che puntano nei prossimi cinque anni l’obiettivo dei 22.000 residenti nel Comune di Signa. “Si chiude – ha detto il sindaco Fossi – uno degli atti più complessi di tutta la consiliatura, frutto di un lavoro attento e preciso che punta a dare un assetto futuro a tutta Signa. Due strumenti urbanistici moderni, definiti e che tengono conto delle difficoltà esistenti sul nostro territorio”.

“Abbiamo esaminato le criticità – ha aggiunto il sindaco – e le scelte fatte ci offrono la proiezione di una Signa che cresce e si sviluppa nella giusta direzione. Una città attenta alle necessità dei suoi cittadini ma, al contempo, inserita nel disegno metropolitano della grande Firenze. Abbiamo lavorato per recuperare alcune “ferite” presenti sul territorio da restituire alla comunità sotto forma di servizi o spazi da destinare a funzioni pubbliche e, contemporaneamente, per lo sviluppo della nuova viabilità: pensiamo al ponte sul Bisenzio, alla nuova via Roma, al completamento di via Arte della Paglia. In più, guardiamo a una Signa policentrica: non parliamo più di frazioni, ma di nuovi centri in cui ogni zona del territorio costituisca una propria realtà con caratteristiche specifiche da intersecare in un’unica rete”.

“Quello che abbiamo “adottato” – ha detto l’assessore Di Natale – è il frutto di uno sforzo e di un lavoro importante, ma anche un lavoro di grande prospettiva. Abbiamo scelto di portare contemporaneamente in adozione sia il Piano strutturale (quello vecchio risaliva al 2005, n.d.r.) che il Piano operativo. Una strategia extra-ordinaria ripagata dalla qualità del prodotto finale. Non abbiamo tralasciato alcun aspetto e abbiamo analizzato attentamente ogni problematica: un lavoro lungo e scrupoloso che ci ha permesso di non lasciare nulla di intentato. Ci siamo concentrati sulla ricucitura di alcune cesure sul territorio e sul recupero di spazi, andando a toccare anche temi di grande portata come l’area Nobel o i Renai. I punti cardine su cui abbiamo fatto perno per l’elaborazione dei piani guardano a un incremento del lavoro con lo sviluppo della zona industriale; la mitigazione del rischio idraulico – sulla quale ci spendiamo da anni e ci vede protagonisti nella piana insieme al Consorzio di Bonifica e la Regione Toscana; sviluppo della rete di infrastrutture viarie urbane ed extraurbane; sostenibilità ambientale; incremento della qualità della vita per il cittadino – ne è un esempio la riqualificazione di via Roma che stiamo ultimando.
Voglio spendere un sentito ringraziamento a tutti i soggetti coinvolti in questa operazione – il team di professionisti guidati dall’architetto Filippo Falaschi, la progettista incaricata Sara Bindi Fortoni e tutte le forze politiche con cui abbiamo avuto un attento confronto”.

“Entrambi i piani – ha spiegato Falaschi – saranno presto messi a disposizione della cittadinanza; solo successivamente, con la pubblicazione sul Burt, l’adozione sarà da considerarsi “efficace” e inizierà il periodo delle osservazioni, fino all’approvazione definitiva, nella speranza che questo percorso possa concludersi entro la fine dell’anno. I contributi dei cittadini andranno a integrare e arricchire ulteriormente gli strumenti urbanistici”. Fra i punti strategici, appunto, l’area Nobel per la quale l’amministrazione prevede “una nuova centralità accessibile e multifunzionale: ci sarà una parte adibita al lavoro – circa 30.000 metri quadrati di area produttiva; 7.000 metri quadrati di spazio da destinare al commercio per la vendita, per esempio, di prodotti realizzati all’interno della stessa area Nobel; una importante zona turistico-ricettiva, per luoghi di socialità e aggregazione; le due grandi aree naturali a nord e sud della Nobel da mantenere: l’area a nord si profila come un bosco secolare già esistente, mentre l’area naturalistica a sud – che si affaccia verso l’Arno e la foce dell’Ombrone – prenderà le forme di un parco a tema da integrare con il verde esistente e con la vecchia stazione ferroviaria”.