“I diari del tandem”: un’altra strada è possibile? Sì

CAMPI BISENZIO – Continuano a pieno ritmo “I diari del tandem” di Giovanni Grossi. In questo caso in compagnia di Serena Perini, membro dell’associazione Papa Giovanni XXIII, che nei giorni scorsi ha fatto tappa a Campi in occasione della staffetta podistica per la “liberazione” delle vittime della prostituzione. Andare in tandem vuol dire pedalare insieme […]

CAMPI BISENZIO – Continuano a pieno ritmo “I diari del tandem” di Giovanni Grossi. In questo caso in compagnia di Serena Perini, membro dell’associazione Papa Giovanni XXIII, che nei giorni scorsi ha fatto tappa a Campi in occasione della staffetta podistica per la “liberazione” delle vittime della prostituzione.

Andare in tandem vuol dire pedalare insieme nella stessa direzione. Se uno ha un momento di stanchezza, l’altro farà di tutto per aiutarti, perché siamo tutti e due sulla stessa bicicletta. Se uno si sente bene e spinge forte sul pedale l’altro non può far altro che esaltarsi, perché non vuol essere da meno. Se siamo in due ad essere stanchi facciamo di tutto per dosare le forze. Se siamo in due a stare bene allora è come volare. Ma c’è qualcosa di più nell’andar in tandem. Bisogna fidarsi l’un dell’altro, lasciarsi guidare con fiducia se si è dietro, essere orgogliosi della propria responsabilità, senza abusarne, se si è davanti. Nel tandem ci si completa perché si ha sempre bisogno di qualcuno accanto che ti aiuta a completare il giro della tua pedalata. Serena è salita al bordo del tandem la prima volta venerdì sera in piazza Dante a Campi. Per Serena il tandem è stata come una terapia. Una terapia veloce, visto che solo dopo 500 metri, praticamente all’altezza della prima salita e cioè quella del ponte sul Bisenzio alla Rocca Strozzi, era già in sintonia con il sottoscritto che era alla guida. Si perché non riusciva a capacitarsi del come da dietro non si potesse girare alle curve. Basta fidarsi. E lei lo ha fatto. Serena, Serena Perini per la precisione, è dell’associazione Papa Giovanni XXIII e una delle organizzatrici della staffetta podistica un’altra strada è possibile. Serena mentre si pedala in via Barberinese spiega: “Un’altra strada è possibile è una staffetta podistica contro lo sfruttamento della prostituzione. La staffetta è un evento della campagna nazionale questo è il mio corpo, campagna che sostiene la proposta di legge sulla riduzione della domanda. Ridurre la domanda, punire il cliente, significa togliere il guadagno alle organizzazioni criminali. Abbiamo organizzato la staffetta per mettere un riflettore sul fenomeno della tratta delle giovani donne costrette a prostituirsi. La staffetta è un evento simbolico perché percorre durante la notte le strade della prostituzione, da Firenze a Viareggio”. Il gruppo di podisti fiorentino è partito da Firenze intorno alle 20. L’arrivo è previsto la mattina del giorno dopo a Viareggio. A Campi è arrivato in piazza Dante intorno alle 21. C’erano anche i podisti del gruppo dell’Atletica Campi pronti per correre la tappa successiva, la Campi – Prato. Tra il buio della notte la luce dei nostri riflettori ha acceso qualcosa di più di una stella, una scintilla di magnifico splendore. La terapia di Serena finisce in piazza delle Carceri a Prato. Lei proseguirà fino a Viareggio. “Buonanotte Serena e.. buongiorno per domani mattina”. “Grazie Giovanni”. E mentre si accende una sigaretta ci tiene a precisare: “L’associazione Papa Giovanni XXIII ha 30 unità di strada, e cioè gruppi di volontari che durante la notte vanno a parlare con le ragazze che sono in strada. Quando una ragazza riesce a fuggire agli sfruttatori abbiamo una rete nazionale di famiglie che possono accoglierle. In 25 anni siamo riusciti a raccogliere 7000 ragazze”. Che dire se non che questa è propria una bella notizia! Un’altra strada è possibile? Da venerdì sera io penso di sì.

Giovanni Grossi