I 50 anni della Natività, la chiesa che ha come “campanile” un cedro del Libano

LASTRA A SIGNA – C’è una chiesa a Lastra a Signa che come campanile… ha un cedro del Libano. E che nei giorni scorsi ha spento le sue prime 50 candeline. La chiesa è quella della Natività, per sapere invece perché non c’è un campanile, c’è solo una cosa da fare: acquistare il libro scritto […]

LASTRA A SIGNA – C’è una chiesa a Lastra a Signa che come campanile… ha un cedro del Libano. E che nei giorni scorsi ha spento le sue prime 50 candeline. La chiesa è quella della Natività, per sapere invece perché non c’è un campanile, c’è solo una cosa da fare: acquistare il libro scritto da Pietro Marinesi dal titolo “Album di ricordi – La parrocchia della Natività di Lastra a Signa compie cinquant’anni” e stampato con il contributo del Banco Fiorentino. Un libro, come ribadito dallo stesso autore durante la presentazione di domenica pomeriggio, avvenuta proprio in chiesa, “scritto a più mani, un collage di ricordi”, proprio perché nelle sue quasi cento pagine si possono trovare tante testimonianze, insieme a numerose fotografie, di chi la parrocchia – e le sue tante attività – in questi dieci lustri l’ha vissuta e l’ha vista crescere. Un libro, però, che guarda anche al futuro, che vuole lanciare un messaggio di speranza, perché, come ha detto don Stefano Cherici, parroco da otto anni, “qui c’è una comunità che vuole e deve andare avanti”. Il presente, però, è sicuramente di festa, un presente in cui ricorre un anniversario importante: le nozze d’oro con il territorio, con una comunità che fa capo appunto alla parrocchia della Natività e che adesso comprende anche Santo Stefano a Calcinaia e Santa Maria a Castagnolo. Cinquant’anni, infatti, così come nella vita di ognuno di noi, sono un momento in cui si fa un primo bilancio di tutto quello che è stato per proiettarsi in avanti. Per farlo, però, gioco forza, bisogna guardare al passato, anche nel caso della chiesa della Natività. Per la precisione al 23 marzo 1968, quando il cardinale e arcivescovo di Firenze Ermenegildo Florit benedì la posa della prima pietra; il proposto di San Martino a Gangalandi era don Gino Severini e la necessità di costruire una nuova chiesa nacque anche dalle nuove abitazioni costruite proprio nel territorio di San Martino a Gangalandi ma anche Santa Maria a Castagnolo e Santo Stefano a Calcinaia. La zona di Corea insomma. Chiesa che fu ultimata un anno dopo mentre nel dicembre del 1968 era stato nominato parroco don Norberto Poli, l’anima della Natività fino al 2011. Anni importanti, “anni – ha detto don Poli, originario del Mugello – in cui venire qui voleva dire inventare tutto, anni in cui ho avuto una grande spinta interiore dall’insegnamento di religione alla scuola media di Lastra a Signa”. E se il legame con il Mugello di don Poli è stato sottolineato dal presidente del Banco Fiorentino, Paolo Raffini, il sindaco di Lastra a Signa, Angela Bagni, ha donato alla parrocchia una targa “che sintetizza lo spirito della comunità, un punto di riferimento per Lastra a Signa”. Significativo, infine, anche lo “scopo” del libro, visto che tutto il ricavato della vendita contribuirà a “rimettere a nuovo” l’organo, che anche domenica ha suonato per accompagnare la Santa Messa solenne che ha concluso la giornata di festa. Mentre anche il cedro del Libano, sospinto dal vento, “applaudiva” e ringraziava.