Gkn: la solidarietà di Campi a Sinistra, il duro attacco di Sinistra Progetto Comune

CAMPI BISENZIO – La politica locale e fiorentina “scende in campo” a fianco dei lavoratori della Gkn. “Sono da poco rientrato a casa, dopo una mattina trascorsa con i lavoratori della Gkn dentro e fuori la fabbrica, – dice Lorenzo Ballerini, capo gruppo di Campi a Sinistra – l’azienda con una semplice e-mail ha comunicato […]

CAMPI BISENZIO – La politica locale e fiorentina “scende in campo” a fianco dei lavoratori della Gkn. “Sono da poco rientrato a casa, dopo una mattina trascorsa con i lavoratori della Gkn dentro e fuori la fabbrica, – dice Lorenzo Ballerini, capo gruppo di Campi a Sinistra – l’azienda con una semplice e-mail ha comunicato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento di oltre 400 lavoratori. Un atto arrogante e violento: poche frasi, “distinti saluti” e affari tuoi se hai il mutuo o l’affitto da pagare. Ai lavoratori della Gkn ho espresso la solidarietà mia e di tutta la lista Campi a Sinistra. Non solo: ho ribadito il massimo sostegno alle mobilitazioni che i lavoratori metteranno in campo già dalla prossime ore”. 

“Con una e-mail – aggiunge Dmitrij Palagi, consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune a Palazzo Vecchio – annunciano a più di 420 persone che si ritroveranno senza posto di lavoro. Con una e-mail annunciano che da lunedì la Gkn non aprirà più. Questo è il mercato privato che sfrutta i lavoratori, per poi abbandonare intere famiglie a carico delle istituzioni, che sono prive di strumenti per dare risposte efficaci. Ovviamente con Antonella Bundu e Lorenzo Ballerini (Campi a Sinistra) siamo già usciti in solidarietà alla vertenza che è subito partita e saremo al fianco della Fiom Firenze e di tutte le realtà che si stanno attivano in queste ore. Non bastano però i comunicati stampa e gli atti istituzionali. Neanche saranno sufficienti le promesse di chi governa e i tavoli di crisi. Occorre sostenere la lotta, qualsiasi forma prenderà, concretamente, materialmente. Alla violenza dell’azienda che licenzia con una mail si risponde con il conflitto costruito con la solidarietà sul territorio e nei luoghi di lavoro”.