GdF, sequestrati 43.000 accessori per un valore di 6 milioni e denunciati due imprenditori

CAMPI BISENZIO – Due denunce, per altrettanti imprenditori cinesi, uno di 52 anni residente a Sesto Fiorentino, e l’altro, una donna di 39 anni, residente invece a Campi Bisenzio. Oltre al sequestro di più di 43.000 accessori per abbigliamento contraffatti  riproducenti modelli e/o disegni di note griffe di moda (Valentino, Gucci, Fendi, Bottega Veneta), per […]

CAMPI BISENZIO – Due denunce, per altrettanti imprenditori cinesi, uno di 52 anni residente a Sesto Fiorentino, e l’altro, una donna di 39 anni, residente invece a Campi Bisenzio. Oltre al sequestro di più di 43.000 accessori per abbigliamento contraffatti  riproducenti modelli e/o disegni di note griffe di moda (Valentino, Gucci, Fendi, Bottega Veneta), per un valore di oltre 6 milioni di euro, presso due punti vendita e i rispettivi magazzini, tutti all’Osmannoro. Questo il bilancio di un’operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, che ha denunciato i due, entrambi con regolare permesso di soggiorno in Italia, alla locale Procura della Repubblica di Firenze per le ipotesi di reato di detenzione per la vendita di prodotti recanti marchi contraffatti e ricettazione. In particolare, le Fiamme Gialle sono arrivate all’individuazione dei magazzini situati nella zona dell’Osmannoro dopo alcuni sequestri effettuati nei confronti di venditori ambulanti e di alcuni negozi che mettevano in vendita braccialetti, borse e pochette riproducenti noti marchi contraffatti. Dal pedinamento di alcuni venditori ambulanti, gli agenti della Guardia di Finanza sono giunti presso i due magazzini, dove la merce era stoccata. Sono in corso ulteriori approfondimenti, anche di carattere fiscale, in ordine alle posizioni degli imprenditori coinvolti. L’attività costituisce l’epilogo di un’ampia azione investigativa condotta dai finanzieri del Gruppo di Firenze, volta a colpire i canali di approvvigionamento della merce contraffatta e individuare la cosiddetta “filiera del falso” e i “capannoni alveare”, dove si impiega manodopera non in regola e clandestina.