“Per ciò che riguarda l’Imu – continua Gandola –  la giunta Fossi ha confermato l’aliquota base dell’1,06 quando la normativa vigente prevede una aliquota base dello 0,76 che i Comuni possono modificare in aumento o in diminuzione sino a 0,3 punti percentuali. Non riuscendo a trovare altre soluzioni dal “più tasse per tutti”, l’amministrazione Fossi ha mantenuto  la aliquota dello 1,06 che ci colloca al vertice della graduatoria dei Comuni con l’Imu più alta se confrontiamo Campi con gli altri Comuni della Piana fiorentina”.

L’analisi del capo gruppo di Forza Italia passa poi per Tasi, “con la conferma dell’aliquota del 2,5 per mille per i fabbricati, non soggetti a Imu, costruiti dall’impresa costruttrice e rimasti poi invenduti. La tariffa  è calcolata sugli occupanti cosiddetti “virtuali”, colpendo in tal modo i costruttori e tutto il comparto dell’edilizia. Non solo, perché le preoccupazione di Forza Italia sono molte. Anche per il 2019 l’ente “sfrutta” le norme che consentono l’utilizzo di entrate straordinarie per la quadratura della parte corrente come i proventi concessori per 841.500 euro nonché poste di entrata straordinaria quali quelle provenienti dal recupero dell’evasione tributaria per 1.546.921,69 euro”.

“Anche in merito agli investimenti le preoccupazioni sono molte, – continua Gandola – la spesa prevista nel 2019 si attesta a circa 13,5 milioni di euro finanziata con risorse dell’ente per 3,4 milioni di euro (di cui circa 830.000 euro da alienazioni immobiliari, circa 900.000 euro da alienazioni partecipazioni e 1,638 milioni di euro da proventi concessori) e assunzione mutui per 1,39 milioni di euro. A oggi dunque non c’è nulla di certo è tra il dire e il fare dovremo presto fare i conti con la realtà. A consuntivo, infatti,  troveranno rappresentazione solo gli interventi i cui pagamenti avranno  avuto davvero luogo nell’esercizio e dunque i tanti interventi di investimento sbandierati saranno realizzati solo a condizione che siano reperite suddette risorse”.

“Esprimiamo preoccupazione, inoltre, anche per la situazione di cassa che nell’ultimo quinquennio ha subito variazioni nello stock di una certa rilevanza, passando da un saldo di disponibilità di 8,106 milioni di euro nel 2012 a 3,414 milioni di euro nel 2017. Una riduzione di liquidità grave da monitorare con puntualità per evitare il rischio che l’ente sia costretto a fare ricorso all’anticipazione di tesoreria”.

Infine, “per le categorie economiche va tutto bene? A bilancio non esiste uno sgravio, non c’è l’introduzione di nessuna agevolazione e di nessun beneficio. Vista la tassazione prevista, come  avvenuto a Sesto,  dalle categorie economiche ci saremmo attesi maggiori interventi e invece continuano a dimostrarsi completamente assenti nel dibattito pubblico a scapito degli stessi associati che dovrebbero rappresentare”.