Fiumi e laghi, Marchetti (FI): “Dati sconfortanti: a che punto è il Piano tutela acque della Regione?”

FIRENZE – “I deficit sullo stato ecologico, chimico, morfologico di fiumi e laghi della Toscana sono evidenti nel rapporto Arpat di monitoraggio 2016-2018. A fronte di ciò, visto che l’ultimo Piano di tutela delle acque della Toscana è del 2005 e che le procedure per la sua revisione sono state avviate nel 2017, vorrei sommessamente […]

FIRENZE – “I deficit sullo stato ecologico, chimico, morfologico di fiumi e laghi della Toscana sono evidenti nel rapporto Arpat di monitoraggio 2016-2018. A fronte di ciò, visto che l’ultimo Piano di tutela delle acque della Toscana è del 2005 e che le procedure per la sua revisione sono state avviate nel 2017, vorrei sommessamente sapere a che punto si sarebbe, giusto per evitare che la situazione peggiori ancora”: questa la preoccupazione alla base dell’interrogazione depositata dal capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Maurizio Marchetti. Alla Regione Marchetti chiede stato dell’arte della nuova pianificazione e interventi immediati, che la normativa prevede, per le situazioni che l’Agenzia regionale di protezione ambientale della Toscana segnala come maggiormente critiche.

Nella premessa del suo atto il capo gruppo richiama alcuni dei dati esposti da Arpat sullo stato dei corpi idrici superficiali della Toscana tra fiumi, laghi e acque di transizione: “Tra le problematiche che nel rapporto si riscontrano con maggior frequenza ci sono la qualità soprattutto ecologica delle acque fluviali in progressivo degradamento (fino a “scarsa”) da monte proseguendo verso valle e la ricerca di sostanze pericolose sul biota con esiti di qualità ‘non buona’ su tutti i punti campionati. Fra laghi e invasi solo il 28% raggiunge lo stato qualitativo “buono/elevato”, mentre per quanto concerne lo stato chimico il 25% dei corpi idrici toscani risulta “non buono”, con maggiore incidenza di mercurio, nichel, acido perfluoroottansolfonico tra le sostanze pericolose riscontrate in livelli superiori allo standard”.

Non meglio la “forma”: “Per quanto concerne la qualità morfologica, l’andamento del triennio evidenzia situazioni anche gravemente compromesse (valutazione “pessimo” per Carrione monte, Frigido foce, Bisenzio medio, Pescia a Pescia, Marina valle, valutazione “scarso” per Pescia Collodi valle, Ciuffenna) con Arpat che scrive: “I risultati di qualità da sufficiente a pessima anche in tratti “non a rischio” sono indicativi di profonde alterazioni morfologiche e di habitat subite dai corsi d’acqua, che si riflettono negativamente sulla qualità ecologica degli stessi e allontana dall’obiettivo di qualità previsto dalle normative europee”…”.

“Insomma – sottolinea Marchetti – diciamo che la lettura integrale del rapporto Arpat mi lascia quanto meno preoccupato, e vorrei capire la giunta quali valutazioni ne ricava”.