SIGNA – Un intervento urbanistico nato male, proseguito peggio e che, a distanza di vent’anni dalla sua approvazione, non è ancora a nulla. Stiamo parlando del piano di recupero dell’ex cappellificio Corti, oggetto nell’ultimo consiglio comunale di un’interrogazione di Gianni Vinattieri, capo gruppo di Forza Italia/Rinasce Signa. Un argomento che ciclicamente torna al centro del dibattito politico e sul quale Vinattieri ha chiesto al sindaco cosa è stato fatto fino a oggi e quale può essere una previsione sulla tempistica necessaria per la realizzazione delle opere mancanti.
L’unica cosa certa, infatti, rispetto all’approvazione definitiva del piano di recupero (che risale al 1997) e alla convenzione fra la proprietà e il Comune per la sua attuazione (siamo nel 2003) è stata la realizzazione del parcheggio pubblico in via di Castello. Mentre per quanto riguarda illuminazione pubblica, risistemazione stradale e marciapiedi, rete fognaria e altri servizi è ancora tutto fermo ai nastri di partenza.
“L’intervento – spiega Vinattieri – ha visto una serie si problemi legati alle ditte impegnate nella sua realizzazione e a tutt’oggi non è concluso, così come le importanti opere di urbanizzazione collegate”. In questi anni, poi, ci sono stati vari passaggi amministrativi, fino all’ultima delibera, quella del 23 maggio 2016, “in cui l’amministrazione comunale – continua Vinattieri – ha accettato una serie di varianti al piano di recupero richieste dai proprietari e fortemente impattanti: si passa da una ristrutturazione che prevede solo lo “svuotamento” di una struttura esistente a una che permette la sua totale demolizione e si avalla una deroga in materia di limiti di distanza tra fabbricati minori di 10 metri fra pareti finestrate”. “Inoltre, durante la discussione della suddetta variante, è stata portata a sostegno dell’approvazione senza modifiche della stessa la motivazione politica della realizzazione, entro settembre 2016, di quasi tutte le opere di urbanizzazione ancora mancanti”. Fatto sta che l’interrogazione di Vinattieri, discussa nell’ultimo consiglio comunale del 2016, “ha avuto come risposta – continua il capo gruppo – che nessuna opera è stata realizzata e che, visti i molti problemi in campo, non è possibile fare previsioni sulle tempistiche di conclusione dei lavori”.
Da qui le ultime considerazioni di Vinattieri, quelle di natura politica: “L’ente pubblico che accetta qualunque proposta di un privato, palesemente inadempiente, non solo non agisce secondo giustizia sociale e nella direzione del pubblico interesse, ma perde autorevolezza. Nella zona in questione, quella di via di Castello, ci sono cittadini che da più di dieci anni subiscono i disagi di un intervento urbanisticamente eccessivo e tormentato e che attendono la realizzazione dell’illuminazione pubblica, della rete fognaria, delle reti di telecomunicazione, della distribuzione elettrica, di acqua e gas. Cittadini che meritano un rispetto che finora non hanno avuto”. In altre parole, insomma, come se il tempo si fosse fermato al 1997.