Eli Lilly Italia. 60 anni, fatturato in crescita e investimenti

SESTO FIORENTINO – Spegne 60 candeline Eli Lilly in Italia. Tanti sono gli anni passati da quando il colosso del farmaco è arrivato nel nostro Paese. Nella sede di Sesto Fiorentino, a Quinto Basso negli ultimi 14 anni sono stati investi oltre 500 milioni di euro. Più di 1100 sono i dipendenti in tutta Italia, […]

SESTO FIORENTINO – Spegne 60 candeline Eli Lilly in Italia. Tanti sono gli anni passati da quando il colosso del farmaco è arrivato nel nostro Paese. Nella sede di Sesto Fiorentino, a Quinto Basso negli ultimi 14 anni sono stati investi oltre 500 milioni di euro. Più di 1100 sono i dipendenti in tutta Italia, e Eli Lilly ha un fatturato in continuo aumento tanto che oggi è uno degli impianti più innovativi per la sintesi di farmaci biotecnologici in Italia. Eli Lilly Italia è la prima azienda farmaceutica per export in Italia, ma anche una delle più virtuose per la crescita del territorio in cui opera, dato che per ogni dipendente si creano almeno 6 posti di lavoro nell’indotto. Una delle chiavi del successo della Lilly da sempre è la multiculturalità. All’interno del mondo Lilly, l’Italia è capofila di un ‘hub’ di 19 affiliate tra Italia, Russia, Europa centrale e dell’est e Israele, dove vivono 500 milioni di abitanti con 17 lingue, 5 alfabeti, 13 monete, 12 fusi orari. L’apertura alle differenze e all’inclusione per favorire scambio e confronto non possono non essere alla base di una società che ritiene le persone il patrimonio aziendale più importante, per affacciarsi alle sfide globali del futuro, forte delle esperienze diverse e complementari di tutta la sua forza lavoro. Oggi nel Campus sestese si è tenuta la festa di compleanno durante la giornata sono stati affrontati alcuni temi nel convegno “Da 60 anni insieme, per la vita” alla presenza di specialisti, associazioni pazienti, istituzioni locali e nazionali.

“Avere 60 anni e guardare al futuro, avendo sempre le persone come patrimonio aziendale più importante – commenta Huzur Devletsah, AD e Presidente di Lilly Italy Hub –. Negli anni abbiamo cercato di innescare un circolo virtuoso tra lo sviluppo del nostro capitale umano e la crescita degli investimenti produttivi, perché se cresciamo noi, cresce la nostra comunità e cresce il Paese. In Lilly crediamo fortemente nella possibilità di innovazione e creatività offerte dalla diversità e dalle peculiarità di ciascuno. Per questo lavoriamo per garantire equità di accesso al lavoro e pari opportunità, declinate nel venire davvero incontro alle reali esigenze di ognuno, indipendentemente da genere, età, nazionalità, religione, abilità fisiche e inclinazione sessuale”. 

Tantissime infatti le iniziative di welfare aziendale per assecondare i bisogni dei lavoratori: dal flextime al congedo per i papà, dal lavoro agile al check-up per tutti, dai centri estivi per i figli all’impianto sportivo, tutto è pensato per rispettare i dipendenti come persone, prima ancora che come lavoratori. Per questo da otto anni consecutivi, Lilly Italia ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del “Great Place To Work” Institute, sia per essere Best Workplace for Women and for Millennials e una delle migliori aziende farmaceutiche in Italia in cui lavorare. L’azienda è, inoltre, certificata dal Top Employers Institute per l’eccellenza delle condizioni di lavoro.

“Oggi l’affiliata italiana – sottolinea Roberto Pedrina, Direttore Risorse Umane Italy Hub –  soffia le sue prime 60 candeline con un personale multiculturale – 17 le nazionalità rappresentate – altamente qualificato (il 56% ha un titolo di laurea, con una formazione continua media annua di 6.000 ore per il totale del personale) e con una forte componente femminile (il 45% degli occupati, contro una media del 25% dell’intero comparto manifatturiero, e il 39% dei quadri e dirigenti donna).”

“Il valore delle persone e la capacità di fare sistema con il territorio in cui operiamo – aggiunge Cristiano Demolli, Direttore del sito di produzione Lilly Italia – si sono integrati con il patrimonio tecnologico e manageriale della multinazionale Eli Lilly, dando vita ad un mix di successo che ha consentito al sito manifatturiero di attirare continui investimenti dalla casa madre e di arrivare a produrre più del 50% del totale mondiale delle insuline Lilly e di autoiniettori di un antidiabetico di ultima generazione, esportandone il 98% in circa 70 paesi, europei e extra-europei.”

I valori e l’attività di Lilly Italia oltre ad avere una ricaduta sullo sviluppo del territorio, sia a livello locale che nazionale, hanno anche un impatto significativo sul miglioramento della salute e del benessere dei cittadini.

“L’impegno nella ricerca di Lilly Italia – commenta Gianluca D’Anzeo, Direttore medico Italy Hub – per sostenere lo sviluppo della scienza e l’innovazione del farmaco si sta concentrando in immunologia, diabetologia, neurologia e oncologia, con un investimento annuo di circa 15 milioni di euro. Gli studi clinici attivi nel 2019 sono 74 di cui ben 9 in fase Ib/II. I trials coinvolgono oltre 300 centri e circa 1.500 pazienti”.  

“È dall’insieme di questi tre punti chiave (integrazione culturale, innovazione, collaborazione pubblico-privato) che l’azienda e il sistema paese tutto può trarre i massimi vantaggi, anche in termini di reputazione – conclude Huzur Devletsah – e andare davvero incontro al futuro, continuando a migliorare la qualità di vita delle persone e a contribuire allo sviluppo economico del paese”.