Il Pd signese, fra opposte fazioni, gas e bollicine

SESTO FIORENTINO – Un temporale annunciato o una bottiglia di spumante agitata a lungo che alla fine ha visto fuoriuscire il tappo ma anche il gas e le bollicine. In poche parole, in altre parole l’ultima settimana signese, la punta di un iceberg, politico e non, che si è ingigantito durante la campagna referendaria del dicembre scorso e nelle settimane successive. Ghiaccio che è anche sinonimo di gelo, gelo come quello esistente fra la corrente renziana e quella bambagioniana della segreteria Pd signese. Ma se vogliamo anche della vita di tutti i giorni nel Comune in riva all’Arno. O di qua o di là, senza mezze misure, Gelo anche se adesso sarebbe più opportuno parlare di fuoco; come di fuoco sono state le parole pronunciate da entrambe le “fazioni” in merito alla questione del tesseramento per il congresso del partito di metà ottobre. Da più parti si è parlato di una situazione simile, quasi analoga, a quanto successe nel 1999 quando l’allora sindaco Paolo Bambagioni vinse le elezioni con il solo appoggio dei Comunisti Italiani e di una parte del Partito Popolare. Sfidando una lista civica a “vocazione Ds” guidata da Alessandro Valguarnera. Personalmente ritengo si sia già andati abbondantemente oltre, con posizioni, da qualsiasi parte la si voglia guardare, che affondano le loro radici nella storia politica signese ma che si ramificano anche a Firenze. Posizioni contrapposte, radicalmente contrapposte. Resta da capire se si tratta di un temporale annunciato, perché in questo caso dopo torna il sereno, oppure di una bottiglia stappata irrimediabilmente. I prossimi giorni ci daranno le prime risposte, il congresso ne darà altre. In attesa di capire cosa succederà da qui al 2019, anno, sulla carta, delle prossime elezioni amministrative.