CAMPI BISENZIO – Come era prevedibile, dopo l’ennesimo incontro, quello di ieri al Mise, sulla vertenza ex Gkn, sono arrivate le reazioni dei diretti protagonisti. E così, dopo quelle dei sindacati, è stata la volta della Rsu dell’azienda di Campi Bisenzio, dell’imprenditore Francesco Borgomeo e della Regione. “C’era grande aspettativa, un’aspettativa nata sia dal cronoprogramma presentato agli ultimi incontri al Ministero per lo sviluppo economico, dalle diverse comunicazioni a mezzo stampa da parte della proprietà aziendale e soprattutto dal comune accordo con cui tutte le parti sociali si erano lasciate il 31 marzo al termine del comitato di proposta e di verifica. Oggi quell’impegno è stato disatteso, ancora una volta”: questa, in sintesi, la posizione della Rsu ex Gkn. Entrando invece nel merito della questione, lo fa Dario Salvetti, delegato Rsu ex Gkn: “Dal 24 di marzo a oggi l’azienda non ha presentato un piano industriale, che ne dica, ma solo una bozza di progetto industriale e di prodotto. Da allora abbiamo insistentemente chiesto, in tutte le sedi appropriate, i dovuti approfondimenti su tale bozza di progetto, ma la risposta da parte dell’azienda è stata uno show mediatico da cui noi abbiamo cercato il più possibile di sottrarci, attenendoci al principio di riservatezza, cercando in tutti i modi di sviluppare una discussione seria e professionale di natura industriale nelle sedi opportune”.
“Il 18 marzo sebbene fossimo stati convocati di urgenza per attivare la cassa di transizione, ci trovammo di fronte alla proroga unilaterale della cassa ordinaria perchè ci fu comunicato che la cassa di transizione non era pronta, – continua Salvetti – per attivare la cassa di transizione, ci spiegarono, ci vuole un piano industriale dettagliato. Ebbene, oggi è successo ancora. Né il Ministero né l’azienda sono stati in grado di garantire tale piano. Senza i nomi degli investitori e gli approfondimenti da noi richiesti, il piano industriale non è verificabile o indagabile. Le nostre richieste sono strettamente pertinenti ai temi contenuti nella bozza di progetto industriale. Se l’azienda si fosse dedicata meno agli uffici stampa e più alla discussione industriale, oggi tutti noi avremmo più fiducia nel futuro della fabbrica di Firenze. Un susseguirsi di rinvii e di poca chiarezza che ricade interamente sulle istituzioni. Perché non solo hanno acconsentito a questo gioco di rinvii, ma non sono state né in grado di ribattere quando sono state indicate dall’azienda come le responsabili degli attuali ritardi né si sono espresse sulla necessità o meno di approfondimenti del piano industriale”.
“Dal 24 dicembre – conclude Salvetti – le istituzioni si sono evidentemente considerate autoassolte come se la questione delle delocalizzazioni e di un piano serio di reindustrializzazione non le riguardasse. Come lavoratori ex Gkn siamo “soli” insieme alle 30.000 persone che a Firenze hanno sfilato il 26 marzo scorso. Oggi regna una grande confusione, che rende la vicenda Gkn praticamente incomprensibile al territorio che fatica a farsene una idea. Noi siamo pronti ad aprire i cancelli della fabbrica e a dettagliare ogni questione alla stampa. Se non lo facciamo è perché vogliamo mantenere la discussione su un piano professionale e industriale. Come una classe dirigente dovrebbe fare. L’immobilismo, unito però allo show mediatico fatto sulla pelle di lavoratori cassintegrati, ci convincono sempre di più della necessità di insorgere e mobilitarci. Ci reindustrializzeranno non perché ‘facciamo a fidarci’, ma perché il territorio e la lotta staranno a guardia di questo risultato. Fuori dalla mobilitazione non c’è salvezza”.
Secondo QF Spa, la società di Francesco Borgomeo, invece, ovvero l’imprenditore che ha rilevato la fabbrica, “il piano va avanti e procede nel rispetto dei tempi previsti: i partner industriali che svilupperanno il piano insieme allo stesso Borgomeo avranno alcune interlocuzioni al ministero e dopo queste sarà superato il patto di riservatezza a cui tutti sono vincolati”. QF Spa, inoltre, ha annunciato il rinnovo della Cassa integrazione ordinaria “per non fare forzature sulla richiesta di cassa per transizione” e che c’è “il rispetto pieno dei tempi previsti nell’accordo del 19 gennaio, che prevede il closing dell’operazione di ingresso di un nuovo investitore, e di reindustrializzazione della fabbrica, entro agosto. Siamo determinati e convinti. Se lavoratori e istituzioni continueranno a sostenere il nostro progetto siamo sicuri del buon esito di questa complessa ed impegnativa vicenda”.
“Abbiamo chiesto al Ministero dello sviluppo economico di farsi garante di questo passaggio così delicato, cioè di creare le condizioni affinché gli investitori che con Borgomeo sosterranno il progetto di riconversione del sito di Campi Bisenzio vengano al tavolo e si confrontino con le organizzazioni sindacali e con le istituzioni”: queste, invece, le parole di Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per lavoro e crisi aziendali, che ieri ha partecipato all’incontro al Mise, incontro al quale l’azienda, oggi QF, non si è presentata accompagnata dall’investitore interessato al progetto di reindustrializzazione: “Era quanto avevamo chiesto insieme alle organizzazioni sindacali e alle Rsu e in accordo con l’azienda stessa, – aggiunge Fabiani – ci è stato detto che c’è bisogno di più tempo, che sono in corso interlocuzioni con il governo. Riteniamo che il governo, tramite il Mise, debba perciò svolgere una funzione di garanzia, per un elemento di trasparenza nei confronti dei lavoratori e degli altri soggetti istituzionali”. Terminato il tavolo del Mise, Fabiani ha incontrato alcuni lavoratori ex Gkn che manifestavano davanti alla sede della presidenza della Regione, in piazza del Duomo.