Domani 12 dicembre sciopero dei medici e dei veterinari

SESTO FIORENTINO – “Adesso tocca a noi!”: questo lo slogan dello sciopero nazionale di 24 ore di medici, veterinari e dirigenti Ssn che si terrà domani, martedì 12 dicembre, in tutta Italia (in Toscana è in programma un presidio regionale a Firenze in piazza Duomo davanti alla sede della Presidenza della Regione alle 12; alle […]

SESTO FIORENTINO – “Adesso tocca a noi!”: questo lo slogan dello sciopero nazionale di 24 ore di medici, veterinari e dirigenti Ssn che si terrà domani, martedì 12 dicembre, in tutta Italia (in Toscana è in programma un presidio regionale a Firenze in piazza Duomo davanti alla sede della Presidenza della Regione alle 12; alle 13 ci sarà inoltre un incontro dei sindacati con la Commissione sanità del Consiglio regionale presso la sede di via Cavour). Tanti i sindacati che hanno proclamato lo sciopero (l’agitazione in Toscana riguarderà oltre 10mila lavoratori): Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica e veterinaria.
Diversi i motivi dello sciopero di domani, come si legge dal volantino distribuito dai sindacati: “Per la sanità pubblica, il diritto dei cittadini alla cura, il diritto dei medici a curare. Per un contratto che riconosca il valore del nostro lavoro e ne migliori le condizioni per la qualità e la sicurezza dei servizi per i cittadini. Per una civile e forte difesa delle nostre professioni, della loro autonomia, dei livelli retributivi, del loro ruolo di garanzia per i cittadini. Per la fine della precarietà in tutti i settori della sanità pubblica e per la creazione di nuova occupazione. Per l’aumento dei contratti di formazione specialistica per i giovani laureati”. Infine, “contro le fallimentari scelte politiche del governo sul sistema sanitario nazionale e sui nostri destini professionali”. La protesta punta il dito in particolare contro la legge di bilancio, “che interviene prevalentemente attraverso bonus. Manca invece un reale finanziamento per la ristrutturazione di politiche di welfare e la sanità, in tutto questo, è la grande esclusa”.