SIGNA – “Nessuna maggiore spesa a carico del comune per le nuove indennità degli amministratori”. A dirlo è il sindaco, Alberto Cristianini, che risponde alla polemica sollevata nei giorni scorsi dalle forze di opposizione in Consiglio comunale. In una nota Movimento 5 Stelle, A Sinistra per Signa e Forza Italia criticavano l’amministrazione signese per l’aumento del 3% dell’indennità agli amministratori e il Pd per la chiusura di fronte alla loro richiesta di istituire una Commissione Controllo e garanzia. Se alla questione della Commissione ha risposto sabato il capogruppo del Pd, Andrea Di Natale, sulla questione indennità interviene oggi direttamente il primo cittadino.
“All’indomani della nomina dei nuovi assessori e del presidente del Consiglio comunale, beneficiari di un ampio consenso popolare – scrive in una nota Cristianini – la Giunta comunale, come viene fatto ad ogni inizio di legislatura, ha determinato le indennità che spetteranno a ciascuno di loro per lo svolgimento delle loro attività. Intanto, come prevede la legge, gli assessori sono diminuiti di numero passando da sette a cinque e, siccome le competenze e le relative deleghe sono rimaste le stesse, per ciascuno di loro si profila un impegno maggiore e più pressante”.
“Calando il numero di assessori – prosegue il sindaco – si è verificato un risparmio sulla spesa per le indennità degli Assessori, del Sindaco e del Presidente del Consiglio, che passa, da 11.852,67 a 8.833,02 con un risparmio mensile di 3.019,00 euro. Tale risparmio poteva essere aumentato di ulteriori 285,85 euro ma con un atto dello scorso giugno è stato deliberato un aumento dell’indennità di ciascuno del 3% lordo, che a fronte degli aumentati impegni, incide per ciascun assessore, dal più al meno, di non oltre tre caffè al mese”. “Rigetto pertanto – conclude Cristianini – la polemica veramente sterile fatta dall’opposizione che vorrebbe iniziare un dibattito, su questo fronte, un po’ populista e demagogico. Peraltro dallo scorso aprile 2014 un parere del Ministero dell’Interno prevede, per gli amministratori che non siano dipendenti, e che dichiarino di non rinunciare alla propria attività, che l’Ente non debba pagare i contributi pensionistici che vanno, pertanto, in capo al soggetto stesso. Comunque il risparmio che siamo riusciti ad ottenere, che si aggira sui 36.278,00 euro all’anno, sarà destinato, senza tante polemiche e concretamente come richiedono i cittadini che ci hanno dato il loro consenso, a chi si trova in uno stato di necessità”.